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Covid 19

Covid, Pregliasco a Fanpage: “La pandemia si sta esaurendo, ma il virus resterà con noi”

L’intervista di Fanpage.it a Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, in occasione della giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus: “Il Covid che comincerà a mescolarsi agli altri virus che fanno da corollario all’influenza e l’Oms dichiarerà la fine della pandemia. I morti si potevano evitare? Difficile dirlo, avevamo paura e non avevamo conoscenze”.
Intervista a Dott. Fabrizio Pregliasco
virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano.
A cura di Ida Artiaco
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"È probabile che a breve l'Organizzazione mondiale della Sanità dichiarerà la fine della pandemia, con il Covid che comincerà a mescolarsi agli altri Coronavirus che fanno da corollario all'influenza. I morti di Bergamo si potevano evitare? Difficile dirlo, in quei momenti di paura non avevamo test diagnostici né le conoscenze di base del virus".

A parlare è Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene Generale e Applicata dell'Università di Milano, che a Fanpage.it ha fatto il punto della situazione Covid in Italia nel giorno in cui si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus, istituita formalmente il 17 marzo 2021. La data scelta – il 18 marzo, per l'appunto – è quella in cui nel 2020 i camion militari carichi di bare sfilarono per le strade di Bergamo.

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Dott. Pregliasco, a 3 anni da quei tragici momenti che tutti ricordiamo, quale è la situazione Covid in Italia?

"L'effetto pesante della diffusione del Covid e il concetto di pandemia si stanno lentamente esaurendo. Non c'è ancora una decisione formale, probabilmente l'Organizzazione Mondiale della Sanità nel breve dichiarerà finita la pandemia. Ciò non vuol dire che avremo zero casi. È chiaro, infatti, che questo virus rimarrà con noi".

Cosa dovremmo aspettarci nelle prossime settimane e mesi?

"La speranza è che ci siano onde che, a meno che non arrivi una nuova variante più aggressiva, saranno come quelle di un sasso in uno stagno. Così il Covid andrà a diluirsi nell'insieme delle infezioni respiratorie, comincerà a mescolarsi agli altri Coronavirus che fanno da corollario all'influenza. Questo credo sarà il futuro, con tutti i margini di rischio. Quello che ci rimarrà come problematico sarà quel 10-20% di soggetti che hanno il Long Covid, anche tra i casi pediatrici. È una eredità che ci trascineremo in termini quantitativi".

Quindi, trascorreremo una Pasqua tranquilla dal punto di vista del contagio?

"La situazione epidemiologica è più o meno stabile rispetto agli ultimi mesi, anche se con un rialzo nelle ospedalizzazioni anche perché è sempre meno indicativo il parametro dei tamponi. I dati oggettivi sono purtroppo i ricoveri e i decessi che purtroppo ci sono ancora".

A proposito di decessi, l'Italia è uno dei paesi con i tassi di mortalità più alta del mondo…

"Non è mai facile fare confronti tra nazioni perché i sistemi di raccolta dati non sono standardizzati e dobbiamo anche vedere la mortalità in termini di classi d'età. In Italia per nostra fortuna abbiamo una speranza di vita più alta rispetto ad altri paesi e una proporzione di anziani che va oltre il 23% della popolazione. Tra gli altri motivi, c'è anche il fatto che noi siamo stati tra i primi ad essere travolti dal virus che ha fatto letteralmente spazzare via molte persone fragili velocemente, che avrebbero avuto speranza di vita non lunga ma che sono state travolte".

Di recente c'è anche una indagine della magistratura proprio sui momenti iniziali della pandemia. Crede effettivamente che si sarebbero potuti evitare quei decessi?

"Non abbiamo visto lo studio di Crisanti perché è una perizia e non un articolo scientifico. Sono solo emersi elementi conclusivi e questa ipotesi di un possibile risparmio di vite. Si tratta di un modello matematico e i modelli matematici hanno dei margini di imprecisione naturali. Presumibilmente questo discorso è anche forse reale, ma in quei momenti di paura e mancanza di conoscenze non avevamo test diagnostici e non sapevamo le caratteristiche specifiche del virus, in particolare quella più perfida che è quella di determinare una gran quota di casi asintomatici in soggetti che sono contagiosi. Questo ci ha fregato. Le decisioni nei momenti di crisi come questa sono difficili perché attuate in carenza di informazioni, poche certezze scientifiche e con un enorme peso di responsabilità politica. Credo sia stato molto più brutale Boris Johnson che ha fatto ammazzare gli anziani affinché l'Inghilettra potesse avere minori effetti sull'aspetto psicologico ed economico. È stata una scelta terribile che va giudicata direttamente dai cittadini".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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