Concordia, Schettino agli ufficiali: “Andiamo a fare questo inchino”

“Vedi un attimo che velocità dobbiamo fare per uscire di qua e andiamo sotto al Giglio. Amma fa n’inchino al Giglio”: sono queste le parole che il comandante della nave Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio nel gennaio del 2012 pronunciò la sera del disastro. Parole di Francesco Schettino – il cui processo procede a Grosseto – ascoltate oggi in aula. Ieri aveva parlato l’ufficiale di coperta Iaccarino. Le frasi ascoltate oggi in aula – mentre al Giglio veniva annunciato il ritrovamento di un corpo nella nave, probabilmente quello di Russel Rebello – furono pronunciate da Schettino alle 18.27 del 13 gennaio 2012, poche ore prima della tragedia. In aula a Grosseto è stato ascoltato anche Simone Canessa, il cartografo della nave a cui il comandante Schettino disse di fare un cambio di rotta.
“Dobbiamo passare sotto sto c…o di Giglio” – Bisognava cambiare tragitto appunto perché – parole del comandante di Meta di Sorrento – “dobbiamo passare sotto sto c…o di Giglio, vabbè tracciamoci la rotta, va”. Canessa ha detto che prima della partenza da Civitavecchia, Schettino gli disse di aspettare sul ponte, “poi mi ordinò di programmare una variazione della rotta Civitavecchia-Savona per passare accanto al Giglio”. Rispondendo a una domanda del pm sul perché del cambio di rotta il cartografo ha poi risposto: “Non avevo alcuna informazione diretta ma avevo sentito dire che era per un saluto a qualche abitante del Giglio o che lavorava sulla nave”.