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Esplosione nella centrale idroelettrica di Suviana

Cosa sappiamo dell’esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana e sulle cause dell’incidente

Quali potrebbero essere le cause dell’incidente alla centrale idroelettrica dell’Enel di Bargi e cosa sappiamo dell’esplosione avvenuta sulle sponde del bacino artificiale di Suviana nell’Appennino Bolognese, che ha provocato 7 vittime e 5 feriti.
A cura di Biagio Chiariello
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Sono sette le vittime accertate della violenta esplosione alla centrale di Suviana, avvenuta nel pomeriggio di martedì 9 aprile, nel bacino artificiale che si trova sull'Appennino Bolognese. Tre le vittime recuperate subito, l'ultimo ritrovamento il 12 aprile dopo giorni di ricerche. Cinque le persone ricoverate in ospedale e tre gli illesi.

"Non stiamo lavorando con molte speranze di trovare vivi i dispersi, lo scenario che abbiamo davanti non ci dà questa idea", aveva detto poco dopo l'incidente Luca Cari, dirigente comunicazione dei Vigili del fuoco.

Le autorità stanno cercando di capire cosa possa essere avvenuto presso la centrale idroelettrica dell’Enel Green Power a Bargi, nel comune di Camugnano. A circa 30 metri di profondità, è scoppiato un trasformatore collegato a una turbina durante dei lavori di manutenzione.

Una prima ricostruzione è arrivata dal prefetto Attilio Visconti: "Una sciagura veramente immane durante i lavori di messa in opera della centrale. Purtroppo è esplosa una turbina. È avvenuto all'ottavo piano ribassato della centrale e l'allagamento si è verificato al nono piano". La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando per ora i reati di disastro colposo e omicidio colposo.

Cosa sappiamo dell'incidente della centrale di Suviana

"Stiamo cercando di capire che cos'è successo, faremo un'iscrizione di natura tecnica del fascicolo nei prossimi giorni per eseguire gli accertamenti urgenti che sono in primo luogo quelli sulle salme, verificheremo se è necessario o no procedere alle autopsie e poi dopo faremo gli approfondimenti", ha detto il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato. Insomma, "dovremo capire quello che è successo e successivamente porremo le domande conseguenti".

L'esplosione della turbina è dunque avvenuta all'ottavo piano ribassato, mentre al nono piano si è registrata un'inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento che ha finito per invadere il locale d'acqua. Le ricerche dei sommozzatori sono arrivate fino a 40 metri sottoterra. Sul posto anche delle squadre specialistiche di recupero, per affiancare i team dei vigili del fuoco e arrivare ai vani invasi dall'acqua.

Il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro: "Nonostante lo scoppio abbia determinato un allagamento, potrebbe essere che dopo l'esplosione abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra, la speranza è trovare qualcun altro in vita". I lavori sono andati per molte ore nonostante l'allagamento.

Ad ogni modo il bacino della diga dell'impianto di Bargi "non ha registrato danni”, come assicura Enel Green Power. La produzione è però "stata fermata, senza causare alcun impatto sulla fornitura del servizio elettrico a livello locale e nazionale". In una nota l’Azienda del gruppo Enel comunica che sta "continuando a operare seguendo tutte le necessarie misure di sicurezza come da procedure interne per garantire l’evacuazione del proprio personale".

Le possibili cause dell'esplosione alla centrale di Suviana

Le cause dell'incidente non sono ancora completamente chiare, sicuramente le testimonianze di chi è scampato al dramma saranno fondamentali per la ricostruzione.

Anche Marco Masinara, sindaco di Camugnano, ha spiegato che erano in corso dei lavori alle turbine e all'interno della struttura si trovava il personale. Pare che stessero provando a “rimettere in funzione una pompa”. L'incidente si è verificato sotto il livello dell'acqua. "Per prestare soccorso servono visibilità e basse temperature", spiega il comandante dei vigili del fuoco di Bologna Calogero Turturici.

Ed evidenzia come la situazione sia rischiosa anche per i soccorritori, poiché all’interno “c’è parecchio fumo e dobbiamo provare ad abbassare le temperature” per riuscire a raggiungere le aeree dove era al lavoro la squadra di operai. Peraltro lo stesso Masinara ha evidenziato come i problemi nei soccorsi sia stati complicati anche dal probabile "crollo di un solaio all'interno dell'ottavo piano interrato".

Il racconto dei soccorritori

Il racconto dell'intervento dei soccorsi è drammatico: "C'è molto fumo per accedere ai locali, abbiamo provato a smaltirlo anche per abbassare le temperature", le parole dei pompieri, che solo tre ore dopo l'esplosione sono riusciti a entrare nei locali della centrale idroelettrica: "Tutti i locali – dice Luca Cari, dirigente della comunicazione d'emergenza del comando generale dei Vigili del Fuoco – sono invasi dal fumo. Gli uomini stanno intervenendo con gli autoprotettori perché altrimenti sarebbe impossibile operare in sicurezza".

Tutto l'edificio, spiegano il comandante dei vigili del fuoco "arriva a -70 metri, i dispersi che stiamo cercando sono a -40. Ci auguriamo di trovare qualcuno ancora in vita. Ci vorranno almeno 6-7 ore di lavoro se non si complica l'allagamento".

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Chi sono i lavoratori coinvolti nell'esplosione

Dodici i lavoratori coinvolti nell'esplosione, quasi tutti appartenenti a ditte esterne alla società. Risulterebbe, ha spiegato il prefetto di Bologna Attilio Visconti, solo un ex dipendente di Enel che lavorava come consulente per queste ditte.

In tre, all'ottavo piano, sono morti sul colpo e i corpi sono stati individuati. Altri sono stati investiti dal soffitto crollato, prima che un tubo refrigerante della turbina allagasse l'ambiente. Cinque persone sono state gravemente ustionate e ricoverate negli ospedali di Parma, Cesena, Bologna e Pisa.

Il più grave è stato ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena. Nello stesso ospedale c'è anche un altro operaio che nell’incidente ha riportato un’ustione a una mano di minore gravità e si trova in osservazione breve intensiva.

Al momento dell'incidente era in corso un collaudo

Dopo l'esplosione "da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l'incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo", fa sapere oggi Enel Green Power, società di gestione dell'impianto. Nella centrale, viene spiegato ancora, "erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith".

L'amministratore delegato, Salvatore Bernabei, si è recato immediatamente sul luogo per coordinare di persona le attività aziendali in raccordo con le autorità competenti. Enel Green Power, nella nota, esprime ancora "profondo cordoglio e vicinanza a tutte le vittime e alle loro famiglie. L'azienda continuerà a dare ogni forma di collaborazione alle autorità preposte per accertare i fatti" e "sarà vicina in ogni modo ai feriti e alle famiglie delle vittime". L'azienda inoltre, ringrazia le autorità "che stanno lavorando incessantemente alle operazioni di soccorso e a cui sta prestando il massimo supporto".

La procura di Bologna indaga per omicidio colposo e disastro

La Procura di Bologna ha deciso di aprire un fascicolo di indagine sull’esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi, ipotizzando per ora i reati di disastro colposo e omicidio colposo. Il fascicolo, affidato al pm Flavio Lazzarini ma al quale collabora il Procuratore capo Giuseppe Amato, al momento è nelle prime fasi: carabinieri dovranno acquisire testimonianze e documentazione cartacea oltre a video e foto di quanto accaduto tra l’ottavo e il nono piano della struttura, a circa trenta metri sotto il livello del lago di Suviana.

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