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Esplosione nella centrale idroelettrica di Suviana

Cos’è successo nella centrale di Suviana, i problemi di sicurezza e i subappalti: le risposte di Enel

L’amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, durante un punto stampa con i giornalisti presenti sul luogo dell’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, ha spiegato l’intervento che si stava realizzando e ha negato l’ipotesi della catena di subappalti. Nell’incidente hanno perso la vita 5 persone, si cercano ancora 2 dispersi.
A cura di Eleonora Panseri
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L'amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei.
L'amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei.
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"Volevo fare un chiarimento. Mi è stato chiesto: ‘Che lavori si stavano realizzando?‘. Si stavano realizzando delle prove. Ci sono due gruppi, il gruppo 2 stava producendo energia elettrica: c'era acqua che scendeva dalla condotta forzata, andava nella turbina e veniva prodotta energia elettrica. I tecnici, gli specialisti, stavano facendo delle prove, come è normale che accada in queste attività".

A parlare è l'amministratore delegato di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, che, durante un punto stampa con i giornalisti presenti sul luogo dell'esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, in cui hanno perso la vita 5 persone (si cercano ancora 2 dispersi), ha voluto fare alcune precisazioni.

"Le attività sono cominciate due anni fa, a settembre 2022, e sono attività di aggiornamento tecnologico volte a ripristinare l'efficienza di questa centrale. Ogni tipo di asset ha un'efficienza che deve essere mantenuta nel tempo, e quindi questo era un intervento pianificato di aggiornamento tecnologico", ha aggiunto Bernabei.

L'ad di Enel Barnabei: "Nessun problema di sicurezza"

"Era previsto e non è stato fatto perché c'era un problema di sicurezza, come ho letto. Approfitto di questo momento per dire che gli interventi erano pianificati ed erano di questa tipologia, di aggiornamento tecnologico. Eravamo nella fase finale, con le prove di collaudo del gruppo 2″, ha spiegato ancora l'amministratore delegato, respingendo le affermazioni  del numero uno della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che ha parlato di criticità legate alla sicurezza dei lavoratori dell'impianto.

Enel Green Power era committente dei lavori all'interno dell'impianto. "Abbiamo incaricato delle aziende di primissima affidabilità, come Siemens Energy, ABB e Voith, proprio perché si tratta di attività molto specialistiche.  ha detto Bernabei – Queste aziende stavano lavorando da noi incaricate ed è loro decisione se avvalersi solo di personale proprio o se chiamare ulteriori specialisti".

Subito dopo l'incidente, la Procura di Bologna ha deciso di aprire un fascicolo di indagine, ipotizzando al momento i reati di disastro e omicidio colposo. Gli inquirenti dovranno accertare cosa abbia causato l’esplosione mortale e se siano state rispettate tutte le norme di sicurezza durante i lavori in corso.

Bernabei respinge l'accusa di irregolarità nei subappalti

Nei giorni scorsi si è anche parlato dell'ipotesi di irregolarità nei subappalti. Bernabei ha respinto con forza questa ipotesi. "Nel settore non è facile trovare specialisti ed è per questo che anche i grandi player possono rivolgersi ad altre aziende. Quindi, non c'è nessuna catena di subappalti, questa cosa non esiste. Ci troviamo di fronte a delle aziende che, nella loro libertà di decidere come organizzarsi per fare il lavoro nelle migliori situazioni, trattandosi di competenze altissime, hanno deciso in autonomia a chi rivolgersi. Non è una catena di subappalti".

L'amministratore di Enel Green Power ha concluso: "Lo dico perché noi stiamo lavorando con la priorità di stare vicino alle famiglie, di gestire questo dolore, di ricercare i dispersi, e leggere tutta una serie di cose che circolano è un qualcosa che credo non meritiamo, non meritiamo questo tipo di affermazioni. Vi chiedo grande rispetto per tutti coloro che stanno qui lavorando incessantemente da due giorni con queste priorità".

Il procuratore capo di Bologna: "Priorità recuperare i dispersi"

"Adesso la priorità è riuscire a recuperare i dispersi, in questo momento c'è una attività di svuotamento del sito con il contributo dell'Enel, che consentirà una ricerca in sicurezza. Fino a che questa fase non sarà completata è inutile insistere sulle responsabilità, perché questo presuppone l'accertamento di ciò che si è verificato, ma al momento non c'è la possibilità dell'acceso in loco del personale qualificato tecnico che possa guidarci nella ricostruzione del fenomeno così come si è verificato".

Ha detto invece il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, durante lo stesso punto stampa sulla strage di Suviana. "Noi intanto abbiamo iscritto un fascicolo, che al momento non vede un fatto sui cui si possa ipotizzare le responsabilità di qualcuno, ma è una iscrizione tecnica che ci permette di fare degli accertamenti".

"Il subappalto di per se stesso non è un problema, è una figura giuridica prevista dal codice civile a cui tradizionalmente si ricorre per avere personalità specifiche. Non deve essere vista in ottica pregiudizialmente negativa, lo sguardo verso le competenze non deve essere ideologico. Qui noi valuteremo le condizioni delle ditte e se dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica è stato fatto tutto", ha aggiunto ancora il pm.

La Procura sul sequestro della centrale

Amato ha poi dato alcuni dettagli sulle eventuali modalità di sequestro che saranno utili per realizzare i dovuti accertamenti. "Abbiamo già anticipato da subito che solo per acquisire elementi che riguardano la turbina, l'alternatore e altro, il sequestro, se e quando sarà fatto, riguarderà l'ottavo e il nono piano. Mostrare i muscoli inutilmente, cioè sequestrare tutta la centrale non ha ragione di esistere".

"Inoltre – ha aggiunto – sequestrare la centrale cozza contro una esigenza di avere invece una vigilanza attenta da parte di chi gestisce questa centrale e da parte di chi ha compiti di verifica e valutazione dal punto di vista amministrativo e ambientale, quindi è giusto che queste attività vengano conservate. Il sequestro lo si fa nella misura in cui serve".

Ha collaborato Francesco Galgano

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