video suggerito
video suggerito
Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Cosa non torna nelle ultime indagini su Sempio secondo Roberta Bruzzone: “È Stasi l’assassino di Chiara Poggi”

La crimonologa Roberta Bruzzone a Fanpage.it commenta le ultime indagini nell’ambito del nuovo filone d’inchiesta sul delitto di Garlasco, che vede Andrea Sempio indagato per concorso: “Quello che è emerso finora non mi convince affatto. Io francamente non riesco a trovare un’ipotesi alternativa verosimile al fatto che Stasi sia l’autore dell’omicidio Poggi”.
A cura di Ida Artiaco
443 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Alberto Stasi è l'autore dell'omicidio di Chiara Poggi. Io francamente non riesco a trovare un'ipotesi alternativa verosimile. E quello che è emerso finora su Andrea Sempio non mi convince affatto. I dati emersi nelle ultime settimane non mi sembrano in grado di stravolgere un giudizio che già si è consolidato con la sentenza della Corte di Cassazione. Per me è sorprendente che un'inchiesta venga riaperta alla luce di questi elementi".

A parlare è la criminologa Roberta Bruzzone che con Fanpage.it ha commentato le ultime notizie relative al nuovo filone d'indagine sul delitto di Garlasco e che vede indagato per concorso nell'omicidio di Chiara Poggi, verificatosi il 13 agosto 2007, Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Unico condannato in via definitiva è Alberto Stasi, all'epoca fidanzato di Chiara. Una sentenza questa, arrivata nel 2015, che secondo l'esperta non è da mettere in discussione, anche e soprattutto alla luce degli elementi, a suo dire poco significativi, che stanno emergendo nelle ultime settimane.

Dottoressa Bruzzone, secondo lei cosa non torna nelle nuove indagini su Andrea Sempio? 

"Io conosco molto bene l'inchiesta che ha portato alla condanna di Alberto Stasi. Francamente è vero che è stato assolto due volte, ma è stato assolto due volte perché all'epoca una serie di approfondimenti che pure vennero richiesti dalla Procura e dalla parte civile in primo e secondo grado non vennero fatti. Quando finalmente la prima Cassazione accolse queste richieste disponendo un nuovo giudizio d'appello, questo tipo di accertamenti fu fatto, dimostrando che Stasi è l'autore dell'omicidio. Io non riesco a trovare un'ipotesi alternativa verosimile. Certamente quello che è emerso fino ad oggi su Sempio non mi convince affatto".

A cosa si riferisce in particolare? 

"In primis, il materiale subungueale venne già esaminato durante l'appello bis e diede tre risultati diversi, e con dati così altalenanti e instabili è chiaro che una attribuzione non si può fare. Non si poteva fare all'epoca come non si potrà fare adesso perché uno dei quesiti dell'incidente probatorio è proprio questo. Non mi convince affatto rispetto alla presenza di Sempio in un contesto omicidiario così come non mi convince l'impronta 33 dattilo perché quella potrebbe essere tranquillamente attribuita a Sempio – non metto in dubbio che si possa attribuire a lui anche se siamo un po' bassi come punti – ma il problema è che non è un'impronta che si può collocare in maniera certa e univoca al momento del delitto. Anche perché questo è un soggetto che in quell'abitazione ci stava ed è possibile che anche nel corso del tempo sia sceso in cantina e nemmeno lo ricordi. Consideri che con la ninidrina vengono fuori anche impronte molto vecchie, anche datate anni.

In più, il punto in cui c'è questa impronta sulla parete è dove avrebbe dovuto esserci il corpo della vittima ma io non credo che l'assassino sia sceso in cantina in quel momento né che ne abbia avuto bisogno perché il corpo è chiaramente scivolato dal quarto gradino in giù in maniera autonoma. Ripeto, francamente tutte queste ipotesi alternative, ad oggi, sulla scorta di questi elementi, non ce li vedo. Non mi paiono dati in grado di stravolgere un giudizio di merito che già si è consolidato con la sentenza di Cassazione, che più volte gli avvocati hanno cercato di mettere in discussione con richieste di revisione che sempre la Cassazione ha rigettato. Non trovo elementi convincenti in queste indagini. Ci sono una serie di suggestioni, comprese quelle fantasmagoriche sulle piste sataniche e sui suicidi, che non lasciano neanche il tempo che trovano. La stessa difesa di Stasi, che fece denuncia segnalando questa roba, scrisse che non c'era modo di collegarla al delitto Poggi. In più, Alberto Stasi era la persona con cui Chiara avrebbe dovuto stare tutti quei giorni. Quello che non si comprende è come mai proprio quel 13 agosto non fosse con lei. Perché avrebbe dovuto essere con lei. Era rimasta apposta a Garlasco per stare con lui".

Si sta parlando anche delle chiamate che Andrea Sempio avrebbe fatto a casa Poggi alcuni giorni prima del delitto anche se l'amico Marco era già partito. Che ne pensa?

"Si tratta di telefonate di giorni prima. Anche laddove Sempio fosse stato invaghito della Poggi, da qui a ipotizzare che l'ammazzasse quella mattina in casa per quale motivo? Perché a 18 anni ha ricevuto un rifiuto? Io mi aspetterei poi da un soggetto che commette un omicidio del genere una serie di casini inenarrabili nel resto della sua esistenza ma non mi pare uno che si è fatto notare per chissà quale atteggiamento violento e aggressivo. Potrà anche aver fatto delle telefonate ma non le fece quella mattina del 13 agosto 2007, quando avrebbero pure avuto un senso, per sincerarsi che lei fosse sola. Se si riapre un'inchiesta, che è già giudicata, a distanza di 18 anni credo che si dovrebbe avere qualcosa di insuperabile, che rimetta in discussione tutta la ricostruzione dei fatti. Invece per me è sorprendente che un'inchiesta venga riaperta alla luce di questi elementi. In più, visto che abbiamo appreso che sono 5 anni che si lavorerebbe a questa ipotesi, mi aspetterei oggi di avere degli elementi tali da portare a un arresto".

Secondo lei perché per la Procura Sempio era sulla scena del delitto?

"Non lo so perché la Procura è così convinta, perché se questi sono gli elementi…C'è l'informativa del 2020 dei carabinieri di Milano che si dicono certi che l'impronta dattilo 33 sia quella dell'assassino, ma io non sono affatto d'accordo con loro perché il corpo di Chiara in quella tavernetta ci è scivolato e in quel momento c'era proprio l'ingombro del cadavere. Per quale motivo l'assassino avrebbe dovuto scendere le scale in quel momento? Semplice, non l'ha fatto. Quella traccia univocamente riconducibile al delitto non lo è. Per altro all'epoca venne testata per la presenza di sangue ed ebbe esito negativo, quindi quella non è un'impronta insanguinata".

Nelle ultime settimane sono stati tirati in ballo anche altri personaggi, che per altro non sono mai stati neanche indagati….

"Siamo nella fanta-investigazione. In riferimento ad esempio alle gemelle Cappa, stiamo parlando di due persone mai indagate, che all'epoca dei fatti vennero attenzionate per le ragioni che conosciamo, come la storia del fotomontaggio, ma che non avevano né motivo né opportunità di compiere di questo tipo di gesto. Per altro le orme insanguinate in quella casa sono numero 42, esattamente il numero di scarpe di Stasi".

Come mai allora De Rensis, uno degli avvocati di Stasi, parla di un'impronta femminile?

"Attenzione, perché in quella casa, quella mattina, sono entrate parecchie persone. Entrò anche la pm dell'epoca senza i calzari,  quindi andare adesso a fare queste rivalutazioni lascia il tempo che trova. Il problema di Stasi non è la presenza di orme di altri sulla scena del crimine, ma l'assenza delle sue orme quando avrebbero dovuto esserci, quando dice di aver trovato il corpo camminando sul sangue senza vedere dove metteva i piedi. Tracce del suo passaggio in quel frangente non ce ne sono".

443 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views