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Coronavirus, Rezza (Iss): “Ci vogliono almeno due settimane per vedere i risultati del blocco”

Il capo dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza, intervistato dal Corriere della Sera e Qn, ha spiegato che “ci vogliono settimane, almeno due”, per valutare l’efficacia delle misure del governo contro la diffusione del coronavirus. Ma, ha aggiunto, dall’Europa “mi sarei aspettato una risposta più decisa. Sembra che adesso in Francia e Germania abbiano cominciato ad agire”-
A cura di Annalisa Cangemi
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I nuovi provvedimenti varati dal governo, con la chiusura di tutte le attività commerciali non essenziali in tutta Italia, almeno fino al prossimo 25 marzo, rassicurano Gianni Rezza, capo dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, intervistato dal Corriere della Sera e Qn: l'esperto con le sue dichiarazioni aveva più volte lanciato messaggi sulla pericolosità del coronavirus. Ieri l'Oms ha dichiarato la pandemia globale. La Lombardia per prima aveva chiesto misure più stringenti. Poi il governo ha deciso con il nuovo Dpcm di allargarle a tutta Italia.

"Noi stiamo facendo tutto quello che era necessario" ha spiegato Rezza, e "di certo abbiamo piccoli segnali positivi da quelle che erano le zone rosse, ma scontiamo il fatto di avere ancora troppi movimenti nella popolazione". L' Italia in questo momento "ha una situazione a macchia di leopardo".

Tutti adesso "devono collaborare con comportamenti ragionevoli e rispettosi della collettività". Per valutare i risultati delle misure, come ha detto anche il premier Conte ieri sera, "ci vogliono settimane, almeno due", occorre che i dati "siano solidi". Dall'Europa "mi sarei aspettato una risposta più decisa. Sembra che adesso in Francia e Germania abbiano cominciato ad agire. La Cina ha fatto molto, Corea e Giappone anche, altrove la situazione è sfuggita di mano".

L'Oms che ha dichiarato la pandemia "non aggiunge molto a noi" che abbiamo cercato di contrastare il virus "fin dall'inizio con misure importanti. L' Oms piuttosto si rivolge agli altri. Molti Stati hanno fatto poco e secondo me ancora non hanno compreso che cosa li aspetta". Nel passaggio dalla Cina in Europa il SARS-CoV 2 "non ha cambiato caratteristiche e non è diventato più aggressivo come qualcuno ha affermato" precisa. Il tasso di letalità "non è più elevato rispetto a quello della Cina. Al contrario, se si stratificasse questo dato in base alle eta' si scoprirebbe che potrebbe essere più basso", ha sottolineato ancora Rezza.

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