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L’appello dei neolaureati in medicina: “Fateci abilitare per poter aiutare contro il Coronavirus”

Ci sono 5700 neolaureati in medicina in attesa di abilitarsi per poter dare un aiuto concreto in questa condizione di emergenza sanitaria. È il senso dell’appello lanciato dai giovani medici che hanno scritto al Ministero dell’Università e della Ricerca per chiedere di potersi abilitare velocemente per contribuire alla lotta al coronavirus in un momento in cui gli ospedali hanno grandi problemi di personale, soprattutto in Lombardia.
A cura di Simone Gorla
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I neolaureati in Medicina hanno scritto al ministero per chiedere di potersi abilitare velocemente ed essere messi così in condizione di contribuire alla lotta al coronavirus in un momento in cui gli ospedali rischiano di trovarsi con carenza di personale a causa dell'alto numero di contagiati e degli operatori sanitari che finiscono in quarantena dopo aver contratto il virus. Una situazione che sopratutto in Lombardia ha già portato allo stremo le strutture sanitarie.

Coronavirus, l'appello dei medici neolaureati

"È passata una settimana dalla pubblicazione dell’Ordinanza Ministeriale del 24 febbraio 2020 n. 143 che disponeva il rinvio a data da destinarsi della II sessione dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo per l’anno 2019. Cosa è cambiato in questi giorni? Ma soprattutto, cosa è rimasto uguale?", si legge in un comunicato del gruppo di ex studenti “Fateci abilitare”.

"I casi di infezione sono aumentati in maniera esponenziale, il numero dei malati al momento attuale si attesta a oltre 1500, i decessi sono 42. Il fronte del contagio si è esteso dal Nord Italia alle regioni centrali e alla Sardegna, configurando uno stato di emergenza in rapida evoluzione – ricordano gli autori dell'appello. A causa della comparsa di nuovi focolai, in diversi ospedali è stato necessario mettere in quarantena un numero considerevole di componenti del personale sanitario. La carenza acuta di medici (che insiste su uno stato di insufficienza cronica) ha reso necessaria la mobilitazione di personale da altri ospedali e ha portato ad ipotizzare il richiamo in servizio di medici in pensione".

Ci sono 5700 in attesa di abilitarsi per poter aiutare

"Totalmente invariata, invece, è rimasta la situazione di 5700 neolaureati in attesa di abilitarsi per poter dare un aiuto concreto in questa condizione di emergenza sanitaria. L’incertezza, la frustrazione e il senso di abbandono da parte delle Istituzioni continuano ad alimentare una situazione paradossale per noi giovani medici che assistiamo alla chiamata disperata del Sistema Sanitario Nazionale nei confronti di medici, specializzandi e infermieri (e studenti in qualche caso), rimanendo in una situazione di stagnante impotenza".

Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 Marzo 2020, continua il comunicato viene disposta la “sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo". Per i medici neolaureati si tratta di "un palese tentativo di prendere tempo, che di fatto è un altro modo per perdere tempo".

"Sempre più chiara diventa la carenza di medici negli ospedali e sul territorio e, parallelamente, è sempre più evidente l’indifferenza del Miur nei nostri confronti – si legge -. Da giorni siamo in attesa, invano, che ci venga concessa udienza presso il Ministero dell’Università e della Ricerca per instaurare un confronto diretto e per poter esprimere le nostre necessità, che essenzialmente combaciano in gran parte con quelle della società in questo momento".

I neolaureati nella loro noto sottolineano che "l’abilitazione di noi nuovi medici" è "una problematica di primaria importanza", poiché l"’attuale negligenza condurrà, con l’evoluzione dell’epidemia, a serie problematiche per la collettività. Il fatto che ignorino la voce dei 3000 abilitandi firmatari della nostra lettera-appello è un esempio di miopia e sordità istituzionale che non giova a nessuno. Ingenti sono i danni anche per molti dei nostri colleghi".

La richiesta al ministero: trovi una soluzione quanto prima

Gli ex studenti chiedono al Ministero dell’Università e della Ricerca "una soluzione quanto prima" e in particolare "che venga garantito a tutti i laureati il regolare svolgimento della prova dell’esame di Stato, se ritenuto necessario, anche in maniera differenziata tra le diverse Regioni per venire incontro alle differenti situazioni emergenziali evidenziatesi nelle diverse zone del Paese; che, in alternativa, sia disposto lo svolgimento della prova per via telematica con identità SPID, onde evitare l’aggregazione di un numero elevato di persone in ambienti universitari; che, in alternativa, con provvedimento di natura straordinaria, considerata la situazione di emergenza in cui si trova attualmente tutto il Paese, sia riconosciuta sufficiente, ai fini abilitativi alla professione di medico chirurgo, la valutazione di idoneità conseguita al termine del tirocinio pratico-valutativo svolto nei mesi di novembre, dicembre e gennaio."

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