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Covid 19

Covid-19, inchiesta a Bari per epidemia colposa: “Partoriente non disse che arrivava dal Nord”

La Procura di Bari ha aperto un’indagine per diffusione colposa di epidemia e falso in cartella clinica a carico di una donna, poi risultata positiva al coronavirus, ricoverata per partorire nella clinica Mater Dei e che, stando alla denuncia di tre persone venute in contatto con lei, avrebbe omesso di comunicare che proveniva dall’Emilia Romagna.
A cura di Susanna Picone
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La Procura di Bari ha aperto un'indagine per diffusione colposa di epidemia e falso in cartella clinica a carico di una partoriente, poi risultata essere positiva al coronavirus, ricoverata nella clinica Mater Dei e che, stando a quanto denunciato da tre persone venute in contatto con lei, non avrebbe comunicato che arrivava dall'Emilia Romagna. L'inchiesta della Procura di Bari è nata dalla denuncia di un'infermiera e un operatore socio sanitario della ginecologia dove era ricoverata la donna e da un'altra partoriente che era in stanza con lei in clinica.

La denuncia – L'infermiera e l'altra partoriente hanno denunciato di essere state esposte a rischio contagio e di trovarsi attualmente in quarantena domiciliare. L'oss è risultato positivo al tampone del coronavirus. I fatti risalgono al 7 marzo scorso. La donna incinta sarebbe tornata da Parma per partorire a Bari nella clinica dove lavora sua madre e non avrebbe informato il personale della struttura di provenire dalle regioni del Nord-Italia maggiormente interessate dall’epidemia di Covid-19. Sarebbe stata quindi in contatto per ore con il personale sanitario privo delle necessarie misure di sicurezza anti-contagio e ricoverata in stanza con un’altra paziente. Con l'insorgenza dei primi sintomi e dopo aver rivelato la provenienza dall'Emilia Romagna, sarebbe stata sottoposta a tampone risultando positiva.

La replica della partoriente denunciata – L'infermiera che ha denunciato i fatti lo ha appreso il 9 marzo e si è messa in auto-quarantena con tutta la sua famiglia. Stessa cosa ha fatto l'altra partoriente. L'operatore ausiliario, invece, poi risultato positivo al coronavirus, lo avrebbe appreso solo l'11 marzo scorso. La partoriente denunciata ha dichiarato nei giorni scorsi che "non corrisponde al vero di aver taciuto di provenire da Parma e di aver provveduto a prendere tutte le accortezze necessarie". Nella stessa clinica di Bari altre sei persone, un medico e cinque infermieri, sono risultati poi positivi al tampone ma non ci sono al momento elementi per poter collegare questi ulteriori contagi al caso della partoriente.

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