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Coronavirus in Italia, quali sono le 7 regioni in cui le terapie intensive sono in affanno

Sono 1.049 i posti occupati da malati Covid in terapia intensiva in tutta Italia. Tuttavia, secondo quanto riporta Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’università Cattolica, in 7 regioni il sistema sarebbe già in affanno. Tuttavia, si evince dal documento, la letalità del coronavirus in Italia “sembra essersi notevolmente ridotta da marzo”.
A cura di Ida Artiaco
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Secondo il bollettino di oggi, venerdì 23 ottobre, dell'emergenza Coronavirus in Italia, oltre ad aumentare il numero dei contagi giornalieri, sale anche quello relativo alle terapie intensive, che per la prima volta dallo scorso marzo superano quota mille. Sono per la precisione 1.049 i posti occupati da malati Covid, il 15% del totale. La situazione è al momento sotto controllo, ma in alcune regioni cresce l'allerta, con le terapie intensive aggiuntive in affanno in almeno 7 su 21. E' quanto emerge dalla 25esima puntata dell'Instant Report Covid-19, iniziativa dell'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell'università Cattolica di confronto sistematico dell'andamento della diffusione dell'epidemia livello nazionale.

La situazione delle terapie intensive regione per regione

L'analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province autonome. "La venticinquesima edizione dell'Instant Report pone l'attenzione sui posti letto di terapia intensiva, mappando il tasso di saturazione della capacità aggiuntiva di posti letto di terapia intensiva. L'indicatore – spiega il coordinatore del gruppo di lavoro, Americo Cicchetti – consente di verificare quanto, della capacità produttiva in termini di posti letto di terapia intensiva prevista dai piani di riorganizzazione della rete ospedaliera ed effettivamente implementati, sia in uso".  Ebbene, secondo il report – "sette regioni – aggiunge Cicchetti – hanno già esaurito la suddetta capacità. Si tratta del Piemonte, delle Marche, dell'Emilia Romagna, dell'Abruzzo, della Toscana, della Lombardia e della Calabria. Risultano essere quasi al limite la Campania (92%) e la Sardegna (88%). Inoltre, è da attenzionare anche la situazione del Lazio, della Sicilia e della Puglia che hanno occupato più di due terzi della capacità aggiuntiva: rispettivamente 73%, 69% e 68%. L'indicatore in questione non è stato calcolato per l'Umbria che al momento non ha implementato alcun posto aggiuntivo".

"Letalità ridotta in Italia da marzo"

"Inoltre – ha aggiunto Cicchetti – lo stesso indicatore mostra che sono sette le regioni che stanno utilizzando i posti letto di terapia intensiva in dotazione strutturale per rispondere alle esigenze dei malati COVID-19. Per la precisione, si tratta di Umbria (29%), Piemonte (10%), Marche (6%), Emilia Romagna (4%), Abruzzo (3%), Toscana (1%) e Lombardia (1%). Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva continua a crescere, rispetto alla settimana precedente, di 7,6 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva PRE DL 34/2020 e di 4,6 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva POST DL 34/2020".  Tuttavia, è riportato nel documento, la letalità del Coronavirus in Italia "sembra essersi notevolmente ridotta da marzo": tra il 14 e il 20 ottobre, la letalità apparente del virus nelle Regioni, cioè il rapporto tra pazienti Covid deceduti e totale dei positivi, è pari a 0,27%. Il dato più elevato si registra nella Provincia Autonoma di Trento (0,44%).

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