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Covid-19, il sindaco di Codogno ai commercianti: “Stringiamo i denti, il mondo ci sta guardando”

“Siamo gli appestati d’Italia, questa cosa qui ci farà perdere un sacco di commesse. Spero che finita l’emergenza il commercio riprenderà, ma a Codogno non verrà più nessuno”. Si lamentano così i commercianti di Codogno mentre tengono una riunione col sindaco Francesco Passerini. Il primo cittadino, però, cerca di rincuorarli: “È dura per tutti ma dobbiamo stringere i denti, il mondo ci sta guardando. Nessuno aveva mai affrontato tutto questo nel mondo occidentale e il Lodigiano sta dimostrando cosa vuol dire superare un problema di questo genere”.
A cura di Filippo M. Capra
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Francesco Passerini, il sindaco di Codogno, ha incontrato stamattina i commercianti nella zona rossa, isolata per l'emergenza Coronavirus. A loro è andato un messaggio di incoraggiamento: "È dura per tutti ma dobbiamo stringere i denti, il mondo ci sta guardando. Nessuno aveva mai affrontato tutto questo nel mondo occidentale e il Lodigiano sta dimostrando cosa vuol dire superare un problema di questo genere".

Il sindaco di Codogno: Insieme ne usciremo bene

Ad ascoltare il primo cittadino di Codogno c'erano decine e decine di uomini e donne: "Alcune attività industriali, attraverso una deroga prefettizia – ha detto Passerini – sono state aperte con una parte ridotta di personale. Discorso diverso per le attività commerciali e ricreative: per la zona rossa è infatti ancora tutto bloccato come da decreto ministeriale per il quale ad oggi non ci sono le condizioni che venga modificato". Poi ha tenuto a ribadire che "sicuramente avremo davanti un'altra settimana in cui teniamo alta l'attenzione perché le attività economiche stanno subendo dei danni. La situazione sta andando bene, anche i numeri della propagazione dell'epidemia lo dicono, le precauzioni prese stanno danno risultati dal punto di vista sanitario. Insieme riusciremo ad uscirne bene".

I commercianti di Codogno: Siamo gli appestati d'Italia, siamo in prigione

Tra i presenti, i più arrabbiati delle condizioni economiche sono i baristi, i titolari dei saloni di parrucchiere e quelli dei negozi di abbigliamento, che non perdono l'occasione per mostrare il loro malessere: "Quando possiamo aprire le nostre attività?", chiedono, "Cosa rischiamo, nel caso non avessimo risposte chiare, facendo una rivoluzione civica e tirando comunque su le saracinesche?". La risposta del sindaco li ghiaccia: "Si rischia il penale", dice, anche se qualcuno lo incalza: "Ci sono galere a sufficienza a tenerci dentro? In prigione ci siamo già e non ci cambia nulla – dice un commerciante -. Ci è stato detto che abbiamo bisogno di essere psicanalizzati. Non abbiamo bisogno di psicologi, ma noi abbiamo bisogno di lavorare". I commercianti, che non sanno ancora quando poter riaprire le loro attività, chiosano amaramente: "Siamo gli appestati d'Italia, questa cosa qui ci farà perdere un sacco di commesse. Spero che finita l'emergenza il commercio riprenderà, ma a Codogno non verrà più nessuno".

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