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Covid 19

Coronavirus, “I ventilatori polmonari? Ne importeremo dalla Cina 1500 entro 45 giorni”

Alessandro Dogliani è l’amministratore delegato di Althea Italia, la multinazionale nostrana che si è aggiudicata la maggior parte dei lotti della maxi gara Consip per la fornitura di apparecchiature da installare nelle Terapie intensive degli ospedali italiani. L’emergenza Covid-19 si combatte con macchinari cinesi.
A cura di Luisa Santangelo
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"Vedendo cosa stava succedendo in Cina con l'emergenza coronavirus, abbiamo immaginato che potesse succedere anche qui. Così ci siamo mossi con un po' di anticipo, una decina di giorni, e ci siamo messi in contatto con il nostro partner storico: il costruttore cinese Mindray". Alessandro Dogliani è l'amministratore delegato di Althea Italia, la società che si è aggiudicata quattro dei sette lotti del maxi-bando Consip per le apparecchiature da installare nei reparti di Terapia intensiva e sub-intensiva degli ospedali italiani. "La gestione di questo tipo di fornitura, anche in termini di spazio, è abbastanza complessa – dice intervistato da Fanpage.it – Abbiamo noleggiato degli aerei cargo per fare arrivare i ventilatori in Italia il prima possibile".

La prima delle consegne che saranno effettuate da Althea Italia è fissata per il 27 marzo. Come raccontato ieri da Fanpage, affinché arrivino nel nostro Paese tre quarti dei circa 3900 ventilatori aggiudicati con un appalto flash (che però puntava a trovarne cinquemila) bisognerà attendere fino a 45 giorni dal momento in cui verrà effettuato l'ordine. Milletrecentodieci di questi, e cinquemila monitor per controllare i parametri vitali dei pazienti, arriveranno dalla nazione in cui la pandemia di coronavirus è partita. "La prima consegna dell'appalto Consip è fissata per il 27 marzo – spiega Dogliani al telefono – Ma, parallelamente, stiamo lavorando per reperire, da qualunque brand, i ventilatori da fornire ai singoli ospedali che ce li ordineranno".

L'imprenditore non ne fa mistero: il momento è complicato. E avere sedi anche in altri Paesi europei li costringe a cercare di rispondere a esigenze anche di altre nazioni. "Abbiamo creato un ufficio apposito che si occupa dell'emergenza coronavirus". Mentre una squadra di altre persone dovrà occuparsi solo dell'"emergenza Consip". "Abbiamo fatto un'offerta molto aggressiva", ammette l'amministratore delegato. Non tanto per i tempi, quanto per i costi. "Non è stata certo una logica economica a muoverci, piuttosto il senso di responsabilità rispetto alla situazione molto difficile che stiamo attraversando – continua – Abbiamo fatto di gran lunga l'offerta più conveniente".

Cioè uno sconto che supera il 50 per cento sui respiratori e che arriva all'80 per cento per i monitor multiparametrici. Un ribasso non straordinario, secondo lui: "Faccio un esempio: in questi giorni si sente tanto parlare delle mascherine chirurgiche. In tempi normali si trovano a 0,035 euro l'una, adesso le stando vendendo a 0,60. Questa, a casa mia, si chiama speculazione. Noi, come azienda, abbiamo fatto per i ventilatori l'offerta che avremmo fatto per gli stessi quantitativi di prodotto in qualunque altro momento storico. Non è l'emergenza che guida la politica di prezzo. Noi non costruiamo i respiratori, li troviamo sul mercato e li installiamo. Abbiamo una rete di personale altamente specializzato già diffusa sul territorio, possiamo ottimizzare i costi del personale necessario per manutenzione e assistenza, che è prevista per due anni come da bando".

Ora che la gara è vinta e la fornitura è aggiudicata, l'obiettivo è accorciare i tempi. Anche rispetto ai 45 giorni previsti dalla centrale unica di committenza nazionale. "Normalmente le consegne si fanno in nave", spiega. Ma per stavolta i respiratori arriveranno in volo: "Solo per la spedizione stiamo spendendo un occhio della testa".

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