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Covid 19

Anziani e operatori contagiati dal Covid in una casa di riposo di Bologna

Positivi i tamponi di cinque anziani e di un’operatrice. “Servono dispositivi di protezione adeguati” dicono i sindacati, denunciando per primi la vicenda in una nota congiunta. “Abbiamo studiato un piano di intervento con Ausl e Comune” replica la dirigenza della struttura. “Com’è possibile che un contagio sia arrivato lì dentro dall’esterno?” si chiede Simone Raffaelli della Cgil.
A cura di Beppe Facchini
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“Ad oggi, 12 lavoratrici Oss e un infermiere sono assenti dal lavoro e si trovano al loro domicilio con febbre alta; una lavoratrice è stata trasportata in urgenza e ricoverata in terapia intensiva all’ospedale Maggiore di Bologna, in condizioni critiche, e 7 ospiti sono stati anch’essi trasportati in ospedale per gli accertamenti del caso”. È così che inizia la lettera indirizzata a ispettorato del lavoro, al sindaco e al prefetto di Bologna da parte delle tre principali sigle sindacali nei giorni scorsi, per denunciare quanto sta accadendo nella struttura sociosanitaria S.Anna-S.Caterina. Una struttura con oltre 200 anziani nel capoluogo emiliano, distribuiti su quattro piani e con circa 180 dipendenti che non è stata risparmiata dal Covid19. In seguito alla segnalazione delle sezioni locali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Fisascat-Cisl e Uil-Fpl la dirigenza della struttura ha confermato che, dopo l'esito dei tamponi, arrivato nella serata di domenica, 5 anziani ospiti sono risultati positivi al coronavirus, oltre ad un'operatrice già in malattia da una decina di giorni e attualmente ricoverata a Ferrara. Ancora in attesa del risultato del test, invece, un sesto anziano che attualmente si trova in ospedale.

“Stamattina abbiamo fatto il tampone al personale del piano interessato e ai residenti che hanno sintomi febbrili e suddiviso le due ali del reparto” spiega Gianluigi Pirazzoli, presidente della struttura, confermando il numero dei casi finora accertati. “Quello che noi chiediamo è capire come questo è potuto avvenire lì dentro, come un contagio dall'esterno sia potuto arrivare all'interno della struttura” dice invece Simone Raffaelli, della Fp-Cgil di Bologna. “Capiamo tutte le difficoltà possibili e immaginabili -continua- ma ci preme limitare i danni. Se tutte le misure di sicurezza sono state applicate in modo immacolato, com'è possibile che il contagio sia arrivato dentro?”.

Con le visite dei parenti già sospese con il primo Dpcm del governo, “è fuori discussione che il contagio sia venuto da fuori, però non si potevano fare i tamponi a tutti. Abbiamo sempre contato sul fatto che il nostro personale fosse, come dire, intelligente da avvisarci in caso di dubbi -sottolinea Pirazzoli-, forse qualcuno non è stato completamente onesto”. Anche il commissario ad acta dell'emergenza coronavirus in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, si sta interessando della vicenda.

I sindacati interessati pongono inoltre e soprattutto perplessità sulla correttezza delle misure adottate dalla dirigenza della struttura per preservare la salute dei lavoratori e, conseguentemente, degli ospiti, anche se Pirazzoli assicura che è stato fatto tutto secondo le normative vigenti. A fronte di questa situazione, ad ogni modo, Cgil, Cisl e Uil si dicono "estremamente preoccupati” e chiedono dispositivi di protezione adeguati. “Auspichiamo che tutto il personale del reparto che ha avuto contatto con quegli ospiti venga messo in isolamento” conclude Raffaelli.

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