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183 persone ricoverate a Crema per Coronavirus: “Siamo al massimo, non abbiamo più disponibilità”

L’ospedale di Crema è sempre più sotto pressione. L’emergenza Coronavirus, che per il momento non ha registrato alcuna flessione, ha portato allo stremo il nosocomio e il personale che vi lavora. Nel presidio ospedaliero sono ricoverate 183 persone, 61 delle quali necessitano di ventilazioni: “Più di così non possiamo, siamo al massimo. Non abbiamo più disponibilità”, ha commentato il direttore generale dell’Asst di Crema Germano Pellegata.
A cura di Filippo M. Capra
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L'ospedale di Crema è sempre più sotto pressione. L'emergenza Coronavirus, che per il momento non ha registrato alcuna flessione, ha portato allo stremo il nosocomio e il personale che vi lavora. In provincia di Cremona, secondo gli ultimi dati forniti dalla Regione, sono saliti a 1334 i contagi. Di loro, 183 sono ricoverati all'ospedale di Crema, mentre ulteriori 33 sono al suo pronto soccorso.

L'Asst di Crema: Siamo al massimo, non abbiamo più disponibilità

Secondo quanto comunicato, tra le 183 persone ricoverate nel nosocomio cremasco, 61 pazienti necessitano la ventilazione. Ciò significa che nessuno di loro riesce a respirare autonomamente. Per far fronte all'emergenza, sono stati triplicati i serbatoi dell'ossigeno, con gli impianti in funzione per 13 volte in più del periodo temporale normale. Un primo alleggerimento della situazione, è arrivato grazie al trasferimento di dieci pazienti in altre strutture ospedaliere, ma i quasi 100 accessi al giorno, metà dei quali in codice verde, continuano a mettere a dura prova la resistenza dell'ospedale. A tal proposito, si è pronunciato il direttore generale dell'Asst di Crema, dottor Germano Pellegata: "Più di così non possiamo, siamo al massimo. Non abbiamo più disponibilità", ha detto. Inoltre, è sorto un ulteriore problema anche per le famiglie colpite dalla perdita di un loro caro. Sembra infatti che le agenzie funebri fatichino a rispondere a tutti coloro che le contattano per la scomparsa del famigliare. Questo è dovuto all'alto numero dei decessi che non sono mai stati tanti come in questi giorni.

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