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Concordia, l’avvocato che interrogò De Falco: “Ecco perché non è un eroe”

Patrizio Lepiane, l’avvocato che interrogò Gregorio De Falco al processo per il naufragio della Costa Concordia, parla a seguito della notizia del trasferimento del capitano. E spiega perché quella famosa telefonata con Schettino sarebbe stata “costruita”.
A cura di S. P.
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Il capitano Gregorio De Falco, diventato celebre in tutto il mondo la tragica notte del 13 gennaio 2012 per aver intimato a Francesco Schettino di tornare a bordo della Costa Concordia, viene rimosso da incarichi operativi dopo dieci anni e trasferito in ufficio. Questa la notizia che ieri ha sollevato molte polemiche e che sicuramente non è stata presa bene dal protagonista di questa storia, appunto il capitano De Falco. Quello che agli occhi di tanti, per quella famosa telefonata a Schettino, è stato l’eroe della tragica notte del naufragio. Eppure qualcuno, in un’aula di tribunale, ha cercato di dimostrare che invece De Falco non si comportò da eroe. Si tratta dell’avvocato Patrizio Lepiane, che nell’ambito del processo Concordia ha svolto per la difesa di Francesco Schettino il controesame del capitano. Lepiane, in esclusiva per Qui Grosseto, ha ricostruito quell’udienza del processo. L’avvocato ottenne che in aula venisse fatta riascoltare la famosa telefonata quasi parola per parola. De Falco fu interrogato per tre ore.

“La famosa telefonata tra De Falco e Schettino fu costruita”

L’avvocato ha commentato la notizia della rimozione di De Falco da incarichi operativi parlando di “una cosa alquanto strana”. Riguardo quell’udienza, Lepiane ha spiegato che c’era un accordo a monte tra De Falco e la Procura: “De Falco tra i denti l’ha ammesso: quella telefonata non era diretta a Schettino ma fatta d’accordo con la Procura”, così ha spiegato a Qui Grosseto. Insomma, la famosa telefonata del “vada a bordo, c…” non sarebbe nata direttamente tra De Falco e Schettino: “All’inizio della registrazione, infatti, si sente che il comandante della Capitaneria di Livorno dice: “Dovevo chiamare il procuratore, cazzo!”. Tutto, dunque, sarebbe stato costruito in modo tale da poter dare in pasto all’opinione pubblica il capro espiatorio migliore del mondo. L’avvocato ha anche ricordato che quella che ha fatto il giro del mondo non fu l’unica telefonata tra i due di quella notte e che nelle altre occasioni i toni erano decisamente diversi. “Era impossibile – ha spiegato ancora il legale – non sapere che la nave, all’ora della telefonata, fosse già ribaltata su un fianco. Questo è un ulteriore elemento che conferma la costruzione della telefonata”.

Ridimensionata la figura dell’”eroe” De Falco?

L’obiettivo di quella registrazione era, secondo l’avvocato, dimostrare l’ipotesi di abbandono nave. L’avvocato ha anche spiegato perché l’ordine dato a Schettino di risalire a bordo della Concordia fosse di fatto impraticabile: “Purtroppo Schettino è stato preso a calci in faccia per cose che sono state date in pasto all’opinione pubblica in modo falsato. Gli atti hanno detto sicuramente altro”. Tornando a De Falco, secondo l’avvocato “era pacifico che la figura dell’eroe fosse ridimensionata” dopo il controesame.

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