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Comunicato del Cdr di Fanpage, la gioia per l’assoluzione di Davide Falcioni

Il comitato di redazione e l’assemblea dei giornalisti di Fanpage esprimono grande gioia per la notizia dell’assoluzione di Davide Falcioni, collega che nel 2019 era stato condannato a quattro mesi per concorso in violazione di domicilio, con la sola colpa di aver seguito e documentato la protesta di un gruppo di no Tav a Torino che avevano fatto irruzione in un’azienda.
A cura di Redazione
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Il cdr di Fanpage e l'assemblea dei giornalisti che rappresenta si stringono attorno a Davide Falcioni, giornalista assolto al termine del secondo processo d'appello dopo le accuse di concorso in violazione di domicilio relative al 24 agosto 2012 quando Falcioni aveva seguito e documentato la protesta di un gruppo di no Tav a Torino che avevano fatto irruzione in un’azienda. Da colleghi, nonché amici di Davide, abbiamo accolto la notizia con estrema contentezza, dopo gli anni difficili vissuti dal giornalista, costretto ad affrontare una dura battaglia legale. Il 7 febbraio 2019 la Corte d’Appello del capoluogo piemontese aveva inflitto una condanna di quattro mesi per concorso in violazione di domicilio nei confronti del giornalista, che si trovava lì solo per documentare l’evento per conto della testata Agoravox. Il 14 ottobre del 2020, dopo l'annullamento della sentenza da parte della cassazione, è stata definitivamente smontata la tesi della Procura di Torino.

Negli ultimi anni abbiamo seguito da vicino le vicende del processo che vedeva coinvolto Davide ed oggi è grande e sincera la gioia per l'esito positivo di una vicenda che rischiava di mortificare, con una eventuale condanna, i principi basilari che regolano la professione di giornalista, il quale è chiamato a considerare il diritto di cronaca e quello di espressione come imprescindibili. A suo sostegno si era schierata buona parte dell'opinione pubblica e anche l'organizzazione non governativa Amnesty International Italia: "Falcioni ha ritenuto di dover documentare un fatto di cronaca per lui significativo. Così facendo, ha esercitato il suo diritto alla libertà d’informazione. Ci auguriamo che la Cassazione lo riconosca. Non facendolo, si creerebbe un pericoloso precedente", aveva detto il portavoce Riccardo Noury.

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