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Come capire se tuo figlio è vittima di bullismo: quali sono i segnali e come riconoscerli

Il 7 febbraio si celebra la giornata internazionale contro bullismo e cyberbullismo, fenomeni che interessano gli adolescenti in età scolare. Samanta Cimolino, Maggiore Psicologa del Reparto Analisi Criminologiche del RaCIS ha spiegato a Fanpage.it come riconoscere una vittima di bullismo e come individuare un bullo.
Intervista a Samanta Cimolino
Maggiore Psicologa del Reparto Analisi Criminologiche del RaCIS
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si celebra il 7 febbraio di ogni anno la giornata internazionale contro bullismo e cyberbullismo, fenomeni che spesso convivono e che riguardano principalmente i giovani in età scolare. Il bullismo, con violenze psicologiche, isolamento della vittima e aggressioni fisiche, si verifica a scuola o nei luoghi di aggregazione tra ragazzi, mentre il cyberbullismo avviene online, spesso sui social network o tramite gruppi di messaggistica istantanea che mirano ad escludere e a ridicolizzare la vittima.

La vittima di bullismo tende a "vergognarsi" della propria condizione ed evita di parlarne con i coetanei o con adulti quali insegnanti e genitori, che spesso non riescono a riconoscere da soli i sintomi della sofferenza nei minori. "Si tratta di una forma di oppressione fisica e psicologica che può provocare enormi danni negli adolescenti – ha spiegato a Fanpage.it il Maggiore Psicologa Samanta Cimolino del Reparto Analisi Criminologiche del RaCIS. -. Le vittime vengono individuate come più deboli nel contesto scolastico e nei luoghi di aggregazioni tra coetanei e questo può portare l'adolescente che subìsce bullismo a sentirsi in colpa per quanto gli accade o a provare rabbia. Gli adulti di riferimento possono però fare caso ad alcuni segnali che spesso si riscontrano nei ragazzini che stanno soffrendo".

Maggiore Psicologa Samanta Cimolino del Reparto Analisi Criminologiche del RaCIS
Maggiore Psicologa Samanta Cimolino del Reparto Analisi Criminologiche del RaCIS

Maggiore, come può un adulto o un compagno di scuola riconoscere una vittima? Come si può aiutare un ragazzo che subìsce bullismo?

Bisogna tenere conto che la vittima di bullismo, che può andare dalla violenza psicologica fino all'isolamento e perfino all'aggressione fisica o persecuzione online, porta con sé delle ferite che è difficile nascondere. Per esempio, un genitore può osservare nel proprio figlio dei repentini cambiamenti nelle abitudini: magari un ragazzino che aveva una buona vita di relazione fuori dalle mura della propria stanza, inizia a volersi isolare e ad evitare di mettersi in gioco nelle situazioni sociali. Il comportamento evitante è quasi sempre una forma di difesa che la vittima di bullismo adotta.

Negli adolescenti è facile registrare anche un calo del rendimento scolastico e dell'autostima o un aumento dei silenzi e degli sbalzi di umore. I silenzi di un adolescente sono molto importanti, perché un ragazzo non parla per vergogna, per paura o per senso di colpa. Per stare vicini ai ragazzi è importante rispettare anche i loro spazi, senza però far mai mancare loro il supporto emotivo.

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A proposito del rispetto dello spazio dei più giovani, come fa un genitore ad aiutare il figlio vittima di bullismo senza essere respinto?

Ascoltandolo e mostrandosi attento e pronto al dialogo. Questo in generale passa attraverso il rispetto anche di spazi e silenzi degli adolescenti. In generale gli adulti dovrebbero sempre mostrarsi pronti al dialogo e prestare attenzione ai cambiamenti nei propri figli. Le indicazioni che diamo agli adulti sono generalmente di trattare i ragazzi con empatia e di insegnare loro a dare anche un nome alle loro emozioni. Per aiutare una vittima e crescere un ragazzo psicologicamente sano è importante insegnargli anche che la rabbia non è necessariamente un sentimento negativo, ma che se repressa può diventare esplosiva e dannosa. In generale, i giovani devono sapere che tutte le azioni che compiamo, così come le posizioni che scegliamo di non assumere, hanno un impatto su noi stessi e sugli altri.

Spesso si sente dire che i bulli sono tali perché hanno subìto violenze prima ancora di perpetrarle. È vero?

Capita abbastanza spesso. Può succedere che il bullo sia tale perché è quello l'unico modello comportamentale che ha avuto durante l'infanzia.

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A proposito di questo, come fa un adulto a riconoscere di essere il genitore di un bullo e a cambiare questo suo atteggiamento?

Un bullo è una persona che manifesta una mancanza di empatia importante e che è spesso impulsivo o aggressivo nei modi e nelle parole. Soprattutto, un bullo è incapace di gestire dei no, mostra una bassissima tolleranza per il rifiuto. Quando un adulto si trova davanti a un ragazzino con queste caratteristiche, è molto probabile che stia avendo a che fare con un potenziale bullo. Ovviamente la condizione di chi sente l'esigenza di prevaricare gli altri non è per forza da stigmatizzare, soprattutto se chi lo fa ha avuto come riferimento solo quel modello comportamentale, ma va corretta per evitare altra sofferenza. Per questo motivo è importantissimo che insegnanti e genitori abbiano tutti gli strumenti del caso per individuare le vittime, ma anche i loro carnefici, in modo da disinnescare questi comportamenti.

Bulli e vittime non sono gli unici attori nel bullismo, perché un bullo non può agire senza i gregari che lo sostengono e senza gli spettatori che non intervengono e permettono a lungo andare a chi mostra atteggiamenti violenti di continuare indisturbato con le prepotenze.

Prima spiegava che il cyberbullismo è ormai diventato un prolungamento delle violenze fisiche e psicologiche che la vittima subìsce a scuola. Secondo lei è un fenomeno aumentato con i social e con le restrizioni dovute al Covid-19?

Assolutamente, perché è aumentato anche il tempo online dei ragazzi, soprattutto nel periodo delle restrizioni da Covid-19. La maggior parte di quello che prima avveniva magari solo a scuola, diventa perpetrabile anche a distanza, tramite social e chat. Si passa dai fenomeni meno gravi, come l'esclusione della vittima, fino alle azioni più violente quali per esempio il revenge porn. Anche su questo frangente è importante fornire agli adulti gli strumenti adatti per assistere i propri figli.

Il "bullizzometro" ideato dai Carabinieri
Il "bullizzometro" ideato dai Carabinieri

Come può quindi un adulto aiutare le vittime e perché no, anche gli stessi bulli? A chi può rivolgersi?

Sul sito alla sezione dedicata alla violenza di genere si possono reperire utili informazioni sui reati che riguardano soggetti vulnerabili. Nello specifico, abbiamo una sezione dedicata a bullismo e cyberbullismo e qui viene spiegato nel dettaglio chi può essere la vittima e chi può essere il bullo. Ci sono inoltre informazioni dettagliate per capire a chi rivolgersi e quali sono i contatti di pubblica utilità.

Nella sezione spieghiamo anche agli utenti come si può procedere quando la situazione è particolarmente difficile, magari perché è necessaria una denuncia o una querela, e cosa accade quando ti rivolgi alle autorità in questo senso. Forniamo ai visitatori del sito anche un iter procedurale da seguire perché siamo convinti che più si conosce e più si è preparati a gestire qualsiasi situazione per il bene dei ragazzi.

La Sezione Atti Persecutori ha anche ideato uno strumento di autovalutazione chiamato "Bullizzometro" che aiuta ad aumentare la consapevolezza nei ragazzi che spesso non sanno di essere vittime di bullismo, nei genitori e anche nei bulli. Si passa dal grado di violenze "meno gravi" quali isolamento o il bullismo psicologico, fino a quelle che sfociano nelle aggressioni fisiche e nel ricatto. Accanto a ogni gruppo di domande ci sono i contatti di autorità e istituzioni alle quali ci si può rivolgere per chiedere aiuto ed avere un adeguato supporto

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