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Citrobacter a Verona, “Sapevano del batterio killer ma non hanno chiuso l’ospedale”

Nuovo esposto in Procura da parte della mamma di Nina, la bimba deceduta per l’infezione da Citrobacter, il batterio killer contratto nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Borgo Trento a Verona. “Ci sono altre famiglie coinvolte dopo la morte di mia figlia” ha spiegato la donna.
A cura di Antonio Palma
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Nuovo esposto in Procura per la morte di Nina, la bimba deceduta per l'infezione da Citrobacter, il batterio killer contratto nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Borgo Trento a Verona. A Presentarlo attraverso i suoi legali è stata la mamma della piccola deceduta lo scorso anno al Gaslini di Genova dove era stata successivamente trasportata e dove sono ora in corso le indagini. Il nuovo esposto presentato alla Procura di Verona per capire il perché l’ospedale veronese non sia stato chiuso dopo quanto accaduto alla bimba con il conseguente coinvolgimento di altri bimbi.

Il nuovo esposto infatti ripercorre tutto quello che è accaduto successivamente all’infezione che ha colpito di Nina , con i nuovi casi denunciati da altri genitori alla mamma della bimba. “Ci sono altre famiglie coinvolte. Dopo la morte di mia figlia sono stata contattata da tre mamme. Anche i loro figli hanno avuto infezioni da citrobacter. Poco tempo fa è morto un bambino di sei mesi di Verona. Un altro, nato nello stesso periodo di Nina è in stato vegetativo. Un terzo, che ho visto con i miei occhi in terapia intensiva mentre c’era mia figlia ricoverata, è morto lo scorso luglio” ha raccontato la donna.

Dopo le indagini di Genova, la direzione dell’ospedale dal suo canto ha confermato che ci sono altri dodici bambini coinvolti dall’infezione tra cui almeno uno deceduto oltre a Nina. Per questo nei giorni scorsi il più grande punto nascita del Veneto è stato chiuso. La mamma di Nina ora chiede di capire perché questo non è stato fatto prima. “Poiché le varie sanificazioni effettuate non hanno sortito risultato, ho voluto eliminare anche la più remota ipotesi di ulteriore infezione” ha spiegato il direttore dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Francesco Cobello.

A fare luce sull’accaduto sarà anche una commissione esterna. “Questa vicenda va avanti dal 2018, un po' troppo avanti” ha ammesso anche il governatore Luca Zaia, aggiungendo: “Nel 2020 è stata una costellazione di decessi e bambini che si sono ammalati. Il dottor Cobello ha nominato una commissione di esperti autorevoli. Senza voler fare giustizialismo dobbiamo chiarire quello che è accaduto, anche per capire che evoluzione ha avuto. Si parla di un bimbo inviato da San Bonifacio a Borgo Trento, si parla anche dell'ospedale di Villafranca”.

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