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Chivasso, resta chiusa la torteria dei negazionisti del Covid: la decisione del Tribunale

Restano giù le saracinesche della Torteria alle porte di Torino, storico raduno dei negazionisti e dei no-vax provenienti da tutta la provincia, dopo la chiusura disposta dal tribunale di Ivrea all’inizio di maggio. Il tribunale del Riesame ha dato ragione al procuratore capo Giuseppe Ferrando, ritenendo più giusta la tutela della salute di tutti rispetto al diritto al lavoro.
A cura di Biagio Chiariello
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Rimane chiusa la Torteria di Chivasso, in provincia di Torino, il locale di Rosanna Spatari chiuso dalla Procura di Ivrea dopo le ripetute violazioni delle norme anti Covid a causa degli aperitivi di "negazionisti" e "no vax". La sentenza pronunciata dal collegio dei giudici del Tribunale del riesame di Torino è stata notificata oggi a distanza di tre giorni dall’udienza di martedì scorso. Era stata la titolare Rosanna Spataro a provare ad appellarsi al dissequestro del locale in base alla normativa comunitaria e ai principi costituzionali che tutelano i diritti relativi alla libertà di impresa e del lavoro.

Il provvedimento di chiusura era stato imposto dal tribunale di Ivrea, su richiesta del procuratore Giuseppe Ferrando, per inosservanza alle normative in materia di igiene e sicurezza pubblica. La titolare è stata più volte multata e denunciata dalle forze dell'ordine (le sanzioni avevano portato ad un conto complessivo, comprese le multe ai clienti, di 120mila euro). L'ultimo episodio che aveva fatto eco è quello di sabato 8 maggio, quando in centinaia si era assembrati all'esterno del locale al grido di "libertà, libertà".

la titolare Rosanna Spatari
la titolare Rosanna Spatari

Due giorni dopo la chiusura si era tenuta, nello spazio davanti alla Torteria, una  manifestazione dei negazionisti mentre anche la trasmissione ‘Le Iene' di Italia 1 aveva realizzato un servizio sui fatti del locale. Dopo lo show tv, è nato "Chivasso prende le distanze da Rosanna della Torteria". Un gruppo Facebook che conta già migliaia di iscritti. Ed ora è arrivata le decisione del tribunale della libertà che ha ritenuto valide le motivazioni che avevano portato i carabinieri a mettere i sigilli ai locali.

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