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“Chiedeva voti casa per casa accompagnato dal boss di Messina Denaro”, arrestato Consigliere comunale

Le pesantissime accuse nei confronti di un consigliere comunale di Petrosino, nel Trapanese, arrestato oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani per il reato di Scambio elettorale politico-mafioso.
A cura di Antonio Palma
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Secondo gli inquirenti, per fare campagna elettorale e prendere voti per essere eletto si faceva accompagnare casa per casa dai boss vicino a Matteo Messina Denaro. Queste le pesantissime accuse nei confronti di un consigliere comunale di un comune del Trapanese, arrestato oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani per il reato di Scambio elettorale politico-mafioso. Per il consigliere comunale di Petrosino, Michele Buffa, il gip ha disposto la misura cautelare agli arresti domiciliari.

Un altro provvedimento restrittivo, emesso sempre dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è stato emesso invece per Marco Buffa, non imparentato col primo e già arrestato nei mesi scorsi nell’operazione antimafia “Esperia”, volta a contrastare gli uomini di Matteo Messina Denaro, e condannato in primo grado per associazione mafiosa. L’uomo infatti era finito in manette nell'ambito delle operazioni per la ricerca di Matteo Messina Denaro, poi arrestato a Gennaio scorso.

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Secondo l’inchiesta, l’uomo già in carcere e condannato via definitiva in passato per aver favorito la latitanza degli allora vertici del mandamento mafioso di Mazara del Vallo, avrebbe procurato voti in favore del candidato destinatario del provvedimento restrittivo. Secondo l’accusa, con quei voti il candito sarebbe stato eletto al consiglio comunale di Petrosino in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi e le esigenze dell’associazione mafiosa.

In particolare, secondo l’accusa, durante la campagna elettorale dello scorso anno, i due indagati sarebbero andati in giro assieme per cercare voti porta a porta nelle case popolari promettendo denaro l’inserimento di persone nel bacino dei lavoratori socialmente utili, il tutto in cambio di voti. Visti che si sarebbero poi rivelati essenziali per l’elezione. Nell’indagine indagate anche altre due persone.

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