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Medico indagato dopo la morte di una bimba a Belluno: chi sono i gettonisti e perché lavorano fino a 76 anni

Per la morte della bambina di 2 anni, dimessa poco prima da un ospedale nel Bellunese, è attualmente indagato un pediatra. L’uomo, 76 anni, è un medico ‘gettonista’. Fanpage.it ha parlato di queste figure con Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed.
Intervista a Pierino Di Silverio
Segretario Nazionale Anaao Assomed.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Per la morte della bambina di 2 anni, avvenuta sabato a Borgo Valbelluna dopo che era stata dimessa dal pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria del Prato di Feltre, è attualmente indagato un pediatra, medico ‘gettonista' di 76 anni.

La sua iscrizione nel registro riapre il dibattito, mai realmente chiuso, sul tema dei ‘gettonisti', figure con cui si tenta di sopperire alla carenza di personale negli ospedali ma che, allo stesso tempo, hanno non poche criticità.

Fanpage.it ne ha parlato con Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed. Ci spiega che si tratta di professionisti che non hanno un rapporto di lavoro continuativo e subordinato con le aziende ospedaliere ma che vengono chiamati al bisogno e pagati per le ore di lavoro.

Il compenso "è maggiore rispetto a quello previsto per un lavoro di tipo subordinato", aggiunge. La figura ha avuto la massima espansione durante il Covid, vista la grande necessità di medici. Questo ha causato un importante fenomeno di dumping professionale (una pratica di concorrenza sleale, ndr) e così sono subentrate figure ‘anomale'.

"Sostanzialmente, per la legge italiana sappiamo che per entrare in ospedale è necessario avere una specializzazione. Sul tema dei ‘gettonisti' noi contestiamo due fattori, tra gli altri: questi medici non hanno caratteristiche predeterminate e non fanno una selezione come nel caso di un concorso pubblico", ci spiega ancora il Segretario.

Il secondo problema, aggiunge, "è legato al fatto che il percorso di cura non può essere una ‘fotografia', ma deve essere un continuum. Il lavoro del medico non è un turno in amministrazione, ma comporta una responsabilità protratta nel tempo".

"Senza nulla togliere ai colleghi, che sono sicuramente competenti, l'utilizzo di ‘gettonisti' non va nella direzione della presa in cura del paziente che è la base del nostro Servizio sanitario nazionale", precisa.

Questo fenomeno è stato talmente esasperato che, negli anni passati, alcune Regioni hanno anche cominciato a chiamare questi medici dall'estero.

"E in questi casi non c'erano prerequisiti, bastava solo la presentazione di un'autocertificazione di laurea e di specializzazione", racconta ancora Di Silverio.

Il segretario ci spiega che il ministro della Sanità Schillaci, a pochi mesi dal suo insediamento, ha messo uno stop alle cooperative di ‘gettonisti' a partire dal 1° gennaio 2026.

"Ma esiste un emendamento che dice che sono consentiti i lavori di tipo libero professionale con le aziende, il rapporto diventa quindi diretto. I ‘gettonisti' escono dalla porta e rientrano dalla finestra", aggiunge.

Per questo tipo di medici non esistono nemmeno limiti di età, come dimostra il caso della bimba morta nel Bellunese.

"Con le nuove norme al momento non c'è un limite. – conferma il Segretario di Anaao Assomed – Il lavoro interinale era stato reso non più legale circa 8-10 anni fa, ma il Covid ha destrutturato l'intero sistema".

Questi medici, tuttavia, oggi continuano a sopperire alla mancanza di personale. "Al di là del Covid, l'emergenza sanitaria in termini di professionisti continuiamo a viverla", aggiunge.

È l'altra faccia della medaglia, i ‘gettonisti' contribuiscono a tenere aperti dei presidi che altrimenti dovrebbero chiudere, ci spiega.

"Ma rifiutano l'assunzione perché gli stipendi di un medico dipendente sono bassi, le responsabilità sono maggiori, le turnazioni sono massacranti. Da ‘gettonista' si guadagna di più, si lavora dove e quando si vuole. Anche se a livello legale hanno le stesse responsabilità di un medico assunto", dice Di Silverio.

Oggi i ‘gettonisti' sono un po' ovunque ma servono moltissimo soprattutto in pronto soccorso, dove la carenza di medici si sente di più, "anche perché per il nostro ordinamento giuridico si può chiudere un ambulatorio ma non un pronto soccorso".

Il Segretario ci racconta che i dati mostrano che 10 medici al giorno, in un'età compresa tra i 45 e i 55 anni, si dimettono dal servizio di cure pubbliche e parte di queste, inevitabilmente, finisce a fare il ‘gettonista'.

"Per un giovane il lavoro del ‘gettonista' risulta a breve termine più appetibile, in termini economici e di libertà. Io ritengo che poi a lungo termine non sia un lavoro che possono fare a vita perché non ha tutti i pregi che apparentemente sembra avere".

Si tratta infatti di una libera professione, comporta il fatto che il medico abbia un'assicurazione ulteriore che viene a costare di più, non ci sono i contributi, non c'è il rapporto con il paziente e se non si lavora non si guadagna.

"La soluzione però ce la dà il problema. – conclude Di Silverio – Se il medico lo trovo a gettone e non da assumere, evidentemente devo cambiare qualcosa nel tipo di contratto di lavoro che oggi ha il medico, sia dal punto di vista economico, che di responsabilità e organizzativo".

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