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Chi era Goffredo Mameli, il poeta patriota che scrisse l’Inno d’Italia: “Muore l’uomo, non muore l’idea”

Chi era Goffredo Mameli, il poeta patriota di origine genovese che compose il Canto degli Italiani, divenuto in seguito famoso come Inno di Mameli e morto per setticemia a soli 21 anni. A lui è dedicata la miniserie in due puntate “Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia” in onda lunedì 12 e martedì 13 febbraio su Rai 1 con Riccardo De Rinaldis Santorelli.
A cura di Ida Artiaco
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Goffredo Mameli è stato un poeta e patriota, oltre che una delle figure più importanti del Risorgimento, diventato famoso per aver composto il Canto degli Italiani, inno nazionale della Repubblica italiana, conosciuto anche come Inno di Mameli. È morto per setticemia a soli 21 anni.

Alla sua vita è dedicata la miniserie in due puntate "Mameli. Il ragazzo che sognò l’Italia" in onda lunedì 12 e martedì 13 febbraio su Rai 1 con Riccardo De Rinaldis Santorelli: in particolare la fiction racconta due anni – tra il 1847 e il 1849 – pieni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri, amicizie, come quella con Nino Bixio, e dibattiti politici, del giovane Mameli. Eccone un breve ritratto.

Chi era Mameli, il giovane compositore dell'omonimo inno

Classe 1827, Goffredo Mameli nacque a Genova, nell'allora Regno di Sardegna, e morì giovanissimo a Roma a soli 21 anni per setticemia dopo essere stato ad una gamba durante l'assalto del 3 giugno 1849 a Villa Corsini, occupata dai francesi, nel corso dell'assedio di Roma.

Già ai tempi della scuola cominciò a coltivare il suo amore per la scrittura, componendo alcuni versi di ispirazione romantica. A 17 anni pubblico il primo libro, intitolato "Il 4 novembre 1847". Durante l'adolescenza fu parte attiva del movimento rivoluzionario. Nel 1847 compose a Torino il Canto degli Italiani, che divenne in seguito famoso come Inno di Mameli.

Goffredo Mameli (Wikimedia).
Goffredo Mameli (Wikimedia).

La famiglia di Goffredo Mameli

Mameli nacque da una famiglia di origine sarda, appartenente alla piccola nobiltà di Lanusei. Il padre Giorgio si era imbarcato a 13 anni e gradualmente, da marinaio, fece carriera, diventando ammiraglio. Fu poi eletto deputato al parlamento sardo a Torino, dove fu parlamentare per tre legislature. La madre era Adelaide Zoagli, della famiglia aristocratica genovese degli Zoagli, figlia a sua volta del marchese Nicolò Zoagli e di Angela dei marchesi Lomellini.

La spedizione con Nino Bixio durante le cinque giornate di Milano

Mameli passò alla storia anche in qualità di organizzatore nel marzo 1848, anno della prima guerra di Indipendenza, di una spedizione di trecento volontari per andare in aiuto a Nino Bixio durante le Cinque giornate di Milano. In virtù di questa impresa, fu arruolato nell'esercito di Giuseppe Garibaldi con il grado di capitano.

Goffredo Mameli interpretato da Riccardo de Rinaldis nella fiction Rai.
Goffredo Mameli interpretato da Riccardo de Rinaldis nella fiction Rai.

La composizione dell'inno di Mameli

Come abbiamo visto, Mameli 1847 compose a Torino il Canto degli Italiani, che divenne in seguito famoso come Inno di Mameli. Le parole del testo esaltano il valore e l'unità del popolo italiano.

L'inno, che all'epoca si diffuse rapidamente tra soldati e patrioti, è stato musicato da Michele Novaro, è stato adottato come inno nazionale provvisorio della Repubblica Italiana solo nel 1946 e ufficialmente riconosciuto per legge quale inno nazionale della Repubblica nel 2017.

Come è morto Goffredo Mameli a 21 anni e dove si trova la sua tomba

Goffredo Mameli morì a 21 anni durante l'assedio di Roma a seguito di una ferita sul campo di battaglia. Divenuto aiutante di Garibaldi, Mameli si batté contro i borbonici nella battaglia di Palestrina e in quella di Velletri nel maggio del 1849. In particolare combatté nella difesa della Villa del Vascello sul colle del Gianicolo. Fu ferito alla gamba sinistra durante l'ultimo assalto del 3 giugno a Villa Corsini, occupata dai francesi. La gamba andrò però in gangrena, per cui fu necessaria l'amputazione.

Poi sopraggiunse una infezione , che peggiorò gradualmente fino a causare la morte per setticemia di Mameli il 6 luglio 1849 nell'ospizio di Trinità dei Pellegrini, dove si trova ancora la sua lapide. Le sue ultime parole sono state: "Muore un uomo, ma non muore un'idea".

Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria in Monticelli. Dopo la presa di Porta Pia la sua salma fu ritrovata e trasportata al Verano, dove è il suo monumento funebre. Le sue spoglie riposano al Gianicolo, dove furono traslate nel 1941 nel ricostruito Mausoleo Ossario Garibaldino. Il suo cervello è conservato nel Museo di Anatomia Umana di Torino.

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