2.395 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
L'omicidio di Elisa Claps

Chi era Don Mimì, il parroco della chiesa dove fu trovata Elisa: il mistero della lettera scritta ai Claps

Chi era Don Mimì Sabia e che ruolo ha avuto nel caso relativo alla scomparsa e all’omicidio di Elisa Claps, il cui cadavere è stato ritrovato nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, di cui era parroco: dai possibili depistaggi al mistero della lettera scritta alla famiglia Claps e ai rapporti con quella di Danilo Restivo.
A cura di Ida Artiaco
2.395 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Tra le figure più controverse del caso riguardante la scomparsa e l'omicidio di Elisa Claps c'è quella di Don Marcello Sabia. Chiamato da tutti Don Mimì, era il parroco della Chiesa della Santissima Trinità dove il 12 settembre 1993 la 16enne fu vista per l'ultima volta prima che se ne perdessero le tracce. Morì ultraottantenne nel 2008, dunque due anni prima che il cadavere della ragazza venisse scoperto nel sottotetto della stessa Chiesa.

Ma resta un personaggio misterioso e controverso, soprattutto perché all'epoca della sparizione di Elisa disse di conoscere a malapena la famiglia del killer Danilo Restivo, particolare che verrà smentito da una serie di evidenze.

Sapeva o non sapeva dell'omicidio di Elisa? Nel podcast di Pablo Trincia "Dove nessuno guarda" dedicato al caso Claps, la mamma della ragazza, Filomena, ripete due volte una frase che lo stesso Don Mimì Sabia le disse poco dopo la scomparsa: "Non conoscevo Elisa e non conosco Danilo". Uno strano modo di usare i tempi verbali, al passato per Elisa, al presente per Danilo, secondo la donna. Alla famiglia Claps scrisse anche una lettera misteriosa, che venne ritrovata dagli inquirenti nel suo appartamento e che non fu mai spedita.

Chi era Don Marcello Sabia, il parroco della chiesa della Santissima Trinità

danilo restivo

Don Mimì Sabia era il parroco della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza dove nel settembre del 1993 scomparve Elisa Claps. La ragazza fu uccisa il 12 settembre da Danilo Restivo proprio in quella chiesa. Quel giorno Don Mimì partì per Fiuggi per delle cure termali che aveva prenotato tempo prima. Dovette però rientrare a Potenza il 16 settembre per la convocazione in Questura: disse di non conoscere Elisa e di conoscere appena Danilo.

Informazione, quest'ultima, che risulterà falsa. A smentire Don Mimì sarà lo stesso Restivo quando, durante il processo in Gran Bretagna per l’omicidio di Heather Barnett, ammise di aver tagliato ciocche di capelli a diverse ragazze a partire dal 1986 e di aver cercato "di smettere anche grazie all'aiuto di don Mimì Sabia, al quale mi ero confessato e che aveva ricevuto le lamentele di alcuni fidanzati di ragazze frequentatrici del centro Newman".

I rapporti tra Don Mimì e Maurizio Restivo, padre di Danilo

Danilo Restivo.
Danilo Restivo.

Non solo. Che don Mimì Sabia avesse rapporti con tutta la famigli Restivo era un fatto noto a Potenza. Addirittura pare che Danilo avesse le chiavi della Chiesa della Santissima Trinità. E sarebbe spuntata anche la foto del parroco alla festa di 18 anni di Danilo Restivo, compiuti nel 1990. Quindi il loro era un rapporto consolidato, che andava avanti sicuramente già da tre anni quando Elisa è scomparsa.

Il ruolo di Don Mimì nella scomparsa di Elisa Claps

chiesa della santissima trinità potenza

Nel 2011 monsignor Agostino Superbo, all'epoca vescovo di Potenza, disse ai pm che indagano sul caso Claps che Don Mimì era "una persona tendente alla solitudine, tant'è che quotidianamente pranzava da solo al ristorante". Ma talmente forte che "la sua chiesa sfuggiva in qualche modo al mio controllo. Don Mimì non mi ha mai parlato della vicenda Claps se non quando mi chiese di parlare con il prefetto per far rimuovere i sigilli dei locali sotterranei della Chiesa apposti per accertamenti dell'autorità giudiziaria. In quella circostanza mi disse: Che devono cercare, qui non c'è nessuno”.

Sempre nel 2011 anche la legale della famiglia Claps, l'avvocato Giuliana Scarpetta, ricordò che entrambi i vescovi che si avvicendarono nei 17 anni trascorsi fra la morte e il ritrovamento di Elisa "hanno ammesso nel loro esame testimoniale che la chiesa della SS. Trinità era sfuggita al loro controllo per la resistenza del parroco don Mimì Sabia che non ammetteva ingerenze, entrambi i vescovi non hanno utilizzato gli strumenti che avevano per esercitare il loro dovere di controllo, come l'avvicendamento del parroco. Noi li abbiamo ritenuti responsabili civili di quello che è accaduto nella chiesa della SS. Trinità". Per questo, si è spesso parlato di depistaggi nel caso Claps.

Cosa c’era scritto nella lettera di Don Mimì mai spedita ai Claps

Ma i misteri relativi alla figura di Don Mimì Sabia non finiscono qui. Gli inquirenti avrebbero infatti rinvenuto dopo il ritrovamento del corpo di Elisa nel suo appartamento una lettera che il sacerdote avrebbe scritto alla famiglia Claps e mai spedita.

La missiva era datata 19 settembre 1993, quindi una settimana dopo la scomparsa della ragazza: vi si lasciava intendere che la giovane si fosse allontanata spontaneamente. "Verosimilmente è una lettera di Don Domenico Sabia, conosciuto da tutti come don Mimì", dissero gli investigatori dopo che la calligrafia fu confrontata con l’agenda personale del parroco e alcune ricevute conservate nella canonica. Ma i motivi dietro alla scrittura della lettera non sono mai stati chiariti.

La targa dedicata a Don Mimì nella chiesa a Potenza

Immagine

Proprio a causa della sua figura controversa, alla famiglia Claps non è piaciuta la targa dedicata a Don Mimì comparsa alla riapertura avvenuta lo scorso agosto della Chiesa della Santissima Trinità, prima posta sotto sequestro in seguito al ritrovamento del corpo di Elisa e poi chiusa per ristrutturazione. Sulla targa in questione, scritta in latino, Don Mimì è definito un "illustre pedagogo".

"Rabbrividisco al pensiero che la chiesa possa prendere ad esempio pedagoghi come don Mimì Sabia per le future generazioni. Quella targa nella chiesa della Trinità dedicata a Don Mimì Sabia è l'ultimo affronto alla memoria di Elisa e alla nostra battaglia", è stato il commento del fratello di Elisa, Gildo Claps.

2.395 CONDIVISIONI
53 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views