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Chi era Alina, la mamma di 36 anni morta nell’incendio scoppiato mentre preparava la colazione

È Alina Crenicean, mamma di 36 anni, la donna morta nell’incendio della sua casa a Sant’Urbano, in provincia di Padova: era andata a preparare la colazione per la sua famiglia quando si è verificata l’esplosione, forse dovuta a una fuga di gas.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
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Si chiamava Alina Crenicean ed aveva solo 36 anni la mamma di Sant'Urbano morta questa mattina nell'incendio della sua casa. La donna, di origine rumena, ma da anni in Italia, era scesa al piano terra della sua abitazione per preparare la colazione per la sua famiglia quando si è verificata l'esplosione, probabilmente dovuta ad una fuga di gas.

Il marito di Alina, Michelangelo Negrello, 52 anni, e i loro due figli, la più grande di 9 anni e il più piccolo di 2 anni, sono riusciti a salvarsi, grazie all’aiuto del fratello dell'uomo, che vive nelle vicinanze, ma per lei non c'è stato nulla da fare. Quando sono arrivati i soccorsi, è stato possibile solo dichiararne il decesso. Il suo corpo è stato estratto dalle fiamme carbonizzato dai vigili del fuoco. 

Immagine da Facebook.
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In corso di accertamento le cause di quanto successo: da una prima ricostruzione sembrerebbe che la cucina della villetta fosse piena di gas fuoriuscito da una perdita nella tubatura. L’accensione del fornello avrebbe causato l’esplosione. Il fratello di Michelangelo, residente proprio di fronte alla villetta, deve aver sentito il boato e si è precipitato al di là della stradina, aiutando il 52enne a calare i figli piccoli giù dal primo piano dell'abitazione.

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Appena saputo della tragedia la madre di Alina si è subito precipitata nella villetta di Sant’Urbano. "Fatemi vedere mia figlia, fatemi vedere mia figlia", ha urlato.

Alina era una dipendente dell’azienda alimentare Morato Pan D’Este per cui lavorava sia nella sede di Villa Estense che di Lendinara, mentre il marito è un operaio dell’Isoclima di Este, che al momento si trova all'ospedale di Padova in attesa di alcuni esami di controllo avendo riportato ferite e ustioni alle gambe. Nello stesso nosocomio è stato elitrasportato il figlio più piccolo, mentre la maggiore è stata accompagnata all’ospedale di Schiavonia di Monselice, ma le loro condizioni non destano preoccupazione.

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