Caso Mario Paciolla: presentata nuova interrogazione del Partito Democratico a Tajani

Il caso di Mario Paciolla, il cooperante italiano trovato morto mentre lavorava per l'Onu in Colombia nel 2020, torna in parlamento. Dopo l'inchiesta di Fanpage.it, che ha analizzato le incongruenze della tesi del suicidio di Paciolla, oltre a far emergere nuovi elementi che porterebbero ad ipotizzare un omicidio del 33enne, il Partito Democratico ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Nel documento si chiede la governo quali iniziative intenda prendere "in raccordo con l’ambasciata italiana a Bogotá, affinché siano acquisiti, mediante le necessarie interlocuzioni con le competenti autorità colombiane, tutti gli elementi utili all’accertamento della verità, anche alla luce delle nuove testimonianze emerse dalle inchieste giornalistiche". Si chiede inoltre al Ministro Tajani cosa intenda fare il governo per sostenere la battaglia dei genitori di Mario per chiedere verità e giustizia.
"Nuovi elementi emersi dalle inchieste giornalistiche"
Non è la prima volta che il Partito Democratico porta la vicenda in parlamento, che gode dell'attenzione di tutte le forze di opposizione parlamentare. La nuova interrogazione, come si legge nel documento, nasce dalle recenti inchieste di Fanpage.it e de L'Espresso, che hanno fatto emergere fatti nuovi relativi ad un clima pericoloso in cui si trovava Mario Paciolla, in relazione a degli omicidi avvenuti nella zona di San Vicente del Caguan, dove era in servizio presso la missione Onu che monitorava il rispetto degli accordi di pace tra i guerriglieri delle Farc e il governo colombiano. Nelle specifico l'inchiesta di Fanpage.it ha evidenziato che 5 giorni prima di morire, il 9 luglio, Mario prese parte ad una riunione di equipe a cui oltre al suo team erano presenti agenzie governative ed altre agenzie dell'Onu tra cui la UNODC, l'agenzia delle Nazioni Unite per la droga e il crimine, arriva in quella regione della Colombia per i grandi interessi dei narcos colombiani nella coltivazione di cocaina. In quella riunione, come svelato dal nostro lavoro, si discusse anche di alcuni omicidi, tra cui quello di un tesoriere di un villaggio vicino a San Vicente del Caguan avvenuto l'8 luglio. Da quel momento in poi, come ricostruito attraverso i messaggi inviati alla famiglia, alla fidanzata e alla ex fidanzata, Mario ha iniziato a sentirsi in gravissimo pericolo. Da lì la decisione di tornare immediatamente in Italia con un volo umanitario, che non riuscì però mai a prendere, venendo trovato morto in casa sua la mattina del 15 luglio, quando avrebbe dovuto partire. L'interrogazione del Pd fa anche riferimento agli elementi emersi dall'inchiesta di Fanpage.it a carico di Christian Thompson, responsabile della sicurezza del team in cui lavorava Mario la cui posizione sempre assolutamente oscura. In particolar modo Thompson ha completamente alterato la scena del crimine, smaltendo in discarica diversi oggetti. Anche la sua presenza a casa di Mario la mattina del 15 luglio 2020, sarebbe strana, non troverebbe riscontro infatti, come mostrato da Fanpage.it, la tesi sostenuta dal funzionario Onu secondo cui avesse un appuntamento con Mario. L'inchiesta de L'Espresso, esplora la stessa pista avanzata da Fanpage.it, ovvero quella degli strani omicidi avvenuti sul territorio di San Vicente del Caguan, occultati da militari e funzionari Onu. Si legge nell'interrogazione: "recentemente, nuove indagini giornalistiche, tra cui un’inchiesta de L’Espresso e un documentario realizzato da Fanpage.it insieme alla famiglia e presentato il 13 maggio 2025, hanno riportato testimonianze inedite, documenti mai pubblicati e ricostruzioni compatibili con l’ipotesi di un omicidio, inserito in un contesto più ampio di violenza sistemica e impunità istituzionale". Tra gli elementi mostrati da Fanpage.it anche la scomparsa dei quaderni di Mario dalla scena del crimine, quaderni su cui riportava gli appunti e le interviste fatte agli attivisti sociali del territorio.
"Permangono opacità e silenzi istituzionali"
A firmare l'interrogazione del Partito Democratico sono stati Marco Sarracino, primo firmatario, Peppe Provenzano, Laura Boldrini, Enzo Amendola, Lia Quartapelle e Fabio Porta. Lo stesso Sarracino era presente lo scorso 13 maggio all'evento pubblico di presentazione dell'inchiesta di Fanpage.it sulla morte di Mario Paciolla, raccontando anche di aver condiviso un'esperienza lavorativa con lo stesso Mario, prima che lo stesso diventasse un cooperante internazionale. "Nonostante le ripetute interrogazioni parlamentari, in particolare da parte del Partito Democratico, e le mobilitazioni della società civile, permangono opacità e silenzi istituzionali che ostacolano l’accertamento della verità. La famiglia continua a chiedere giustizia, non solo in relazione alle cause della morte, ma anche per ottenere la restituzione degli scritti personali del figlio, mai rientrati in Italia con il feretro" si legge nel testo dell'interrogazione. Sarà ora il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a dover spiegare in aula la posizione del governo Meloni. Dal suo insediamento infatti si registra un profilo molto basso da parte del governo di centro destra sul caso di Mario Paciolla, a differenza dei precedenti governi che si erano interessati da vicino del caso. Nessun rappresentante dell'attuale governo ha mai incontrato i genitori di Mario Paciolla, Anna Motta e Pino Paciolla, che da 5 anni si battono, insieme al "Comitato Mario Paciolla", per ottenere verità e giustizia, sostenuti da molte organizzazioni della società civile. Il prossimo 15 luglio si ricorderà il quinto anniversario della morte di Mario Paciolla, con un evento che si terrà a Napoli, nel corso del quale sarà proiettata nuovamente l'inchiesta di Fanpage.it.