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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Caso Cucchi, altri carabinieri indagati: c’è il comandante della caserma di Tor Sapienza

Altri due carabinieri risultano indagati nell’ambito degli accertamenti sui presunti atti falsificati seguiti alla morte di Stefano Cucchi. Si tratta di Francesco Di Sano, carabiniere della stazione di Tor Sapienza, e di Massimiliano Colombo, comandante della stessa caserma. Quest’ultimo verrà interrogato la prossima settimana dai pm.
A cura di Susanna Picone
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Dopo che il carabiniere Francesco Tedesco ha ammesso che Stefano Cucchi è stato vittima di un pestaggio, arriva un’altra svolta nel caso del geometra romano morto nel 2009 a Roma una settimana dopo il suo arresto. Altri due carabinieri risultano indagati nell'ambito degli accertamenti sui presunti atti falsificati seguiti alla morte di Cucchi. Si tratta di Francesco Di Sano, carabiniere della stazione di Tor Sapienza, e del luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stessa caserma. Quest’ultimo sarà interrogato la prossima settimana dai pm. Nei giorni scorsi è stato sottoposto a una perquisizione: l'atto istruttorio puntava a individuare eventuali comunicazioni tra lui e i suoi superiori dell'epoca sul caso della morte di Stefano Cucchi. Il nuovo filone è stato avviato dopo l’audizione di Francesco Di Sano nel corso del processo principale sulla morte di Stefano Cucchi. Il 17 aprile scorso Di Sano disse di aver modificato l’annotazione di salute del geometra. “Mi chiesero di farlo – dichiarò davanti alla prima corte d'assise – perché la prima era troppo dettagliata. Non ricordo per certo chi è stato, ma posso dire che si è trattato di un ordine gerarchico”.

Francesco Tedesco sarà ascoltato in aula entro gennaio – Intanto Francesco Tedesco, il carabiniere imputato di omicidio preterintenzionale che ha accusato due colleghi come lui a processo del pestaggio di Stefano Cucchi, verrà ascoltato entro gennaio in aula nell'ambito del dibattimento in corso. Tedesco, che già è stato interrogato tre volte dal pm Giovanni Musarò, dovrà ribadire davanti alla corte le accuse fatte ai colleghi Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo. “Sono rinato. Ora non mi interessa nulla se sarò condannato o destituito dall'Arma”, avrebbe detto ieri al suo avvocato, Eugenio Pini, dopo la notizia delle sue accuse ai due carabinieri. “Ho fatto il mio dovere – avrebbe aggiunto parlando al suo avvocato – quello che volevo fare fin dall'inizio e che mi è stato impedito”.

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