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Calabria, sanificazioni e mascherine nelle mani della ‘ndrangheta: arrestato consigliere Paris

Infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti della sanità reggina: c’è anche il consigliere regionale in carica Nicola Paris tra gli arrestati nell’inchiesta “Inter Nos”. Nel periodo della pandemia, i pm hanno riscontrato irregolarità legate alle sanificazioni negli ospedali e alle mascherine.
A cura di Susanna Picone
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Infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti della sanità reggina. Questa mattina all’alba è scattata l’operazione denominata “Inter Nos”: su richiesta della Dda di Reggio Calabria, la Guardia di finanza ha eseguito 17 misure cautelari e sequestrato imprese per un valore di oltre 12 milioni di euro. C'è anche il consigliere regionale in carica Nicola Paris tra gli arrestati. Eletto nel 2020 nella lista dell'Udc con 6.358 voti, Nicola Paris è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione.

L'inchiesta ha fatto luce su un'associazione a delinquere finalizzata al condizionamento degli appalti per le pulizie e alle varie proroghe degli affidamenti. Gli inquirenti hanno scoperto una serie di corruzioni finalizzate al pagamento privilegiato di fatture. Sono anche emersi elementi su illeciti legati alle sanificazioni e alle mascherine nel periodo della pandemia da Coronavirus. Paris è accusato di essere stato vicino a soggetti legati alla ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria. Secondo la Procura, il consigliere regionale si sarebbe impegnato per la conferma di un funzionario infedele che avrebbe favorito i clan. Tra gli arrestati ci sono anche alcuni funzionari dell'Asp come il direttore finanziario dell'Azienda sanitaria provinciale.

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, hanno evidenziato l'infiltrazione della ‘ndrangheta negli appalti dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico hanno eseguito i provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Livorno, Verona e Milano. Sono complessivamente 24 gli indagati. Tra le persone finite in carcere il direttore del settore della struttura complessa Gestione Risorse Economico Finanziarie dell'Azienda sanitaria provinciale, Giuseppe Corea.

Sette indagati sono finiti ai domiciliari, tra cui il consigliere regionale Paris. Per lui la Dda e la Procura ordinaria avevano chiesto il carcere perché "tentava di intervenire presso il Governatore facente funzioni della Regione Calabria Antonino Spirli al line di sollecitare il rinnovo contrattuale” di Giuseppe Corea, ritenuto un "funzionario asservito" agli imprenditori coinvolti nell'inchiesta e che avevano sostenuto lo stesso Paris "durante la campagna elettorale”. Ai domiciliari anche la funzionaria dell'Asp Filomena Ambrogio, gli imprenditori Angelo Zaccuri, Lorenzo Delfino Sergio Piccolo, Gianluca Valente e l’impiegato della Direzione sanitaria dell'ospedale di Melito Salvatore Idà.

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