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Malika, cacciata di casa dai genitori perché gay

Cacciata di casa perché gay, Malika: “Non mi sento più in colpa. Ora sogno di fare il magistrato”

Malika Chalhy ha raccontato i suoi progetti per il futuro e gli attuali rapporti con i familiari durante la live su Youtube di Fanpage.it. “Mi aspettavo la rabbia – racconta durante l’intervista – ma non credevo che potessero cacciarmi di casa. Ho parlato con mio padre su whatsapp, ci siamo confrontati su quello che sta succedendo in questi giorni”
A cura di Gabriella Mazzeo
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La sua storia mediatica inizia con una denuncia nei confronti dei suoi genitori fatta il 19 gennaio scorso: Malika Chalhy, 22enne della provincia di Firenze, è protagonista del dibattito pubblico da ormai diversi giorni dopo la sua segnalazione a Fanpage.it. La ragazza aveva raccontato di non tornare a casa ormai da 3 mesi dopo che, a causa del suo coming out, è stata cacciata dai suoi genitori. Aveva scritto una lettera per raccontare l'amore per la sua fidanzata, ma la madre e il padre non l'hanno presa bene. "Mai avrei pensato che mi dicessero certe cose" aveva detto raccontando la sua storia. Da allora, l'opinione pubblica e la politica le hanno manifestato grande solidarietà. Per lei è stata organizzata una raccolta fondi da 29mila euro. Con la raccolta di denaro, Malika ha intenzione di affrontare le spese legali. Durante l'appuntamento Live su Youtube con Fanpage.it, ha raccontato l'origine della sua storia d'amore e i rapporti sempre tesi con i familiari.

Le reazioni dopo la denuncia

"Sono state giornate molto impegnative per me – ha spiegato Malika durante l'intervista -. Non mi aspettavo tutto questo sostegno, volevo solo raccontare la mia storia. Sulla mia vicenda è stata aperta un'inchiesta che aspettavo da tanto, nel frattempo vado avanti con le azioni legali". Sui rapporti con la famiglia, sostiene di aver previsto la rabbia della madre e del padre. "Mi aspettavo che si arrabbiassero, credevo che sarebbe durata qualche giorno – spiega -. Di certo non mi aspettavo qualcosa del genere. Ho parlato con mio padre riguardo cosa sta accadendo: io volevo solo raccontare la mia storia, non volevo che si scagliasse odio contro di loro". Prima della sua denuncia, i rapporti con i familiari erano simili a quelli di tanti altri. "Sembrava tutto molto normale – racconta ancora – ma nonostante questo i rapporti erano di natura tossica. Mia madre mi chiamava anche 50 volte in due ore se uscivo con gli amici. Era apprensiva fino al punto di diventare ossessiva. Doveva sapere sempre dove fossi. Non mi aspettavo comunque una reazione simile a quella che ha avuto".

La sua storia d'amore va avanti da 9 mesi: Malika ha conosciuto la sua fidanzata tramite alcuni amici comuni. "I primi tempi mi sono sentita in colpa – spiega – perché non avevo raccontato ancora nulla ai miei amici. Mi sembrava di tradirli, in un certo senso. Un giorno non ce l'ho fatta più e ho confessato tutto a un'amica. Sono scoppiata a piangere davanti a lei, mi ha accettata subito per quella che sono. Quando i miei amici hanno scoperto tutto, mi sono tolta un peso. Volevo farlo anche con la mia famiglia". Le due si sono incontrate tramite amicizie in comune proprio mentre lei viveva la sua relazione con un ragazzo durante il primo lockdown di aprile 2020. "La quarantena mi ha fatto riflettere. Mi sono fatta delle domande fino a quando non l'ho incontrata e ho capito tutto. Ogni cosa è andata al suo posto. Su mia madre penso che lei se lo aspettasse: non ne abbiamo mai parlato, ma sono sicura che lo sentisse. Non mi ha accettato quando gliel'ho detto, ma mi chiedo ancora perché non mi abbia cacciato di casa prima".

Progetti per il futuro

Sul futuro, Malika non ha dubbi. Ora che ha un tetto sopra la testa e il supporto di una comunità vastissima, è sicura di riuscire ad affrontare i procedimenti legali con lo spirito giusto. "Vorrei diventare un magistrato – spiega ancora durante la Live -. Ho un forte senso di giustizia e voglio realizzare questo sogno, anche se per il momento devo pensare ad altro. Non voglio mettere il mio desiderio da parte e chiudere quel cassetto a chiave: voglio impegnarmi in futuro per arrivarci".

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