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Bufera in una clinica a Ferrara, sbagliava a impiantare embrioni e praticava aborti con l’inganno: 6 indagati

Un’inchiesta della Procura di Ferrara ha portato a perquisizioni e sequestri nel centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell’ospedale del Delta di Lagosanto. Il caso più grave risulta essere un procurato aborto.
A cura di Susanna Picone
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Scambio di embrioni e aborti eseguiti con l’inganno. Un'indagine ha scosso il centro di procreazione medicalmente assistita dell'ospedale del Delta di Lagosanto, nella provincia di Ferrara. Indagine che ha portato a perquisizioni e sequestri nell'ambito di un'inchiesta su presunti falsi, irregolarità e appunto anche un aborto ritenuto procurato con l'inganno.

Sei persone risulterebbero al momento indagate: sono il responsabile dell'unità operativa, l'ex responsabile e l'attuale responsabile del laboratorio, la manager della qualità e due biotecnologi. A ricostruire quanto sarebbe successo nel centro della provincia di Ferrara sono i quotidiani locali secondo cui tutto sarebbe partito da una segnalazione interna. Le ipotesi di reato riguarderebbero false attestazioni nelle cartelle cliniche, mancato rispetto delle linee guida e un procurato aborto.

Secondo l'accusa, nel marzo del 2023 a una donna sarebbe stato impiantato l'embrione di un'altra persona e poi sarebbe stata indotta ad abortire a sua insaputa. Nel centro le avrebbero infatti fatto credere che l'impianto non fosse andato a buon fine e che il farmaco somministrato servisse per la "pulizia" dell’utero. In un altro caso avrebbero attestato l'avvenuto impianto di embrioni in due pazienti, che invece non sarebbe mai stato effettuato, e nella cartella clinica di una paziente sarebbe stata inserita un'ecografia mai eseguita.

L’indagine ha portato al sequestro da parte dei finanzieri del Nucleo economico-finanziario del software gestionale Fertilab e di materiale informatico e documentale. Tutti gli indagati rispondono anche dell'ipotesi di omissione di atti d'ufficio, per non aver svolto i controlli di fertilizzazione il giorno successivo al prelievo degli ovociti, specialmente nei giorni prefestivi, attestando invece falsamente le verifiche nei registri informatici e nelle cartelle cliniche.

Sono quattro le donne coinvolte e potenzialmente persone offese dai reati. Quanto emerso finora ha portato l'Ausl a sospendere temporaneamente, in via precauzionale, l'attività del Centro. "Al fine di accompagnare le coppie in carico al Centro nel prosieguo del loro percorso, l'Azienda ha già predisposto percorsi di presa in carico alternativi, grazie alla disponibilità dei Centri di Pma regionali. L'Azienda ha assicurato, come di consueto, la massima collaborazione agli inquirenti nel cui operato ripone massima fiducia", è quanto ha fatto sapere l’Ausl. Le coppie che erano prese in carico a Lagosanto saranno indirizzate in altri centri dell’Emilia Romagna.

Gli indagati intanto si difendono con gli avvocati Chiara Campi e Darien Levani: lo studio legale, spiega Campi, "si è attivato per predisporre ogni possibile azione di difesa, e stiamo valutando se rilasciare eventuali dichiarazioni. In questa fase iniziale delle indagini, data la gravità delle accuse contestate e la delicatezza del tema, preferiamo aspettare i prossimi sviluppi prima di intervenire".

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