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Brusca scarcerato, il dolore della mamma del piccolo Giuseppe Di Matteo: “Non posso accettarlo”

“Rispettiamo le decisioni dell’autorità giudiziaria ma come mamma di Giuseppe non lo posso assolutamente accettare” ha dichiarato Franca Castellese, madre del piccolo Giuseppe Di Matteo, alla notizia della liberazione di Giovanni Brusca, l’ex boss e killer di Cosa nostra che ha ammesso, tra le altre cose, il suo ruolo proprio nel lungo rapimento e nell’uccisione del bambino.
A cura di Antonio Palma
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"Non possiamo assolutamente accettare tutto questo", sono le parole di dolore della mamma del piccolo Giuseppe Di Matteo alla notizia dellaliberazione per fine pena di Giovanni Brusca, l'ex boss di San Giuseppe Jato e killer di Cosa nostra che ha ammesso, tra le altre cose, il suo ruolo proprio nel lungo rapimento e nell'uccisione del bambino di 13 anni, poi sciolto nell'acido per farne sparire il corpo. "Rispettiamo chiaramente le decisioni dell'autorità giudiziaria, ma come mamma di Giuseppe, insieme con mio figlio Nicola, non lo possiamo assolutamente accettare" ha dichiarato Franca Castellese all'Adnkronos attraverso la sua legale. Parole dettate da una sofferenza grande come solo quella che una madre può provare per un figlio così barbaramente ucciso, come ha confermato l'altro figlio, Nicola Di Matteo, ma anche da un pieno rispetto per la magistratura e la legge. “Mi hanno portato via il cuore” ha sempre ricordato Franca Castellese.

“Lo Stato si è fatto fregare, quello non è umano. U verru, cioè il maiale, come chiamavano Brusca, conosceva Giuseppe, mio figlio, da bambino. Ci giocava insieme con la play station. Eppure l’ha fatto sciogliere nell’acido"  sono state invece le parole a caldo del padre del bimbo, Santino Di Matteo. Proprio per zittire lui, collaboratore di giustizia, Giovanni Brusca, il fratello Enzo e Totò Riina avevano deciso di sequestrargli il figlio tenendolo prigioniero con una catena al collo per due anni prima di ucciderlo strangolandolo.  Oltre 40 mafiosi sono stati condannati per questo orribile omicidio, tra i quali l'ex boss Giovanni Brusca, che è stato anche tra gli esecutore materiale del delitto insieme a Vincenzo Chiodo che nella sua confessione aveva raccontato: "Quando l'ho strangolato Enzo Brusca si è messo sopra le braccia inchiodandolo".

"È passato meno di un anno da quando avevano liberato un carceriere di mio figlio, a Ganci, il paesino delle Madonie, uno dei posti del calvario. Ma la verità è che tutti i sorveglianti e gli aguzzini della mia creatura sono liberi. Tutti a casa. E ora va a casa pure il capo che organizzò e decise tutto" ha dichiarato Santino Di Matteo, concludendo: "Mi auguro di non incontrarlo mai, come chiedo al Signore. Se dovesse succedere, non so che cosa potrebbe accadere".

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