Botti di Capodanno, il bilancio del Viminale: 48 arrestati e 180 denunciati
Il primo giorno dell'anno arriva il bilancio del Ministero dell'Interno sul contrasto al fenomeno dei botti illegali di Capodanno. Sono centottanta le persone denunciate a piede libero, contro le 277 dell'anno scorso, e quarantotto quelle arrestate, erano state 51 un anno fa. I dati, resi noti dal dipartimento di pubblica sicurezza, riassumono dettagliatamente l'operato delle forze dell'ordine nelle ultime settimane. Le misure servono a contrastare il commercio di fuochi d'artificio e botti illegali, che non siano conformi alle norme o abusivi.
Nel mese di dicembre sono stati sequestrati complessivamente 48 lanciarazzi, in aumento rispetto ai 10 dello scorso anno, ma anche 36 armi comuni da sparo, valore crollato rispetto alle 1.415 del 2019. In questo senso calano anche le munizioni: 1.728 sequestrate nell'ultimo mese contro le 103.968 dello stesso periodo dello scorso anno. Aumenta la quantità di polvere da sparo: 1.487,055 chilogrammi quest'anno, più del doppio dei 682 dello scorso. E poi diminuiscono sensibilmente i sequestri dei manufatti della quarta e quinta categoria Tulps, così come quelli recanti la marcatura CE e quelli non riconosciuti, non etichettati, abusivi. Sequestrati anche 198.125 pezzi di articoli pirotecnici di varia natura che, per motivi operativi, vengono contati in pezzi e non in chilogrammi, si tratta del doppio dello scorso anno, quando erano stati 101.282.
Nella maggior parte dei casi, tra le motivazioni principali alla base dei provvedimenti di sequestro, ci sono l'eccedenza dei carichi detenuti dai titolari delle licenze, ma anche la detenzione illecita da parte di chi non aveva titolo per averli e infine anche e soprattutto la natura illegale degli stessi prodotti sequestrati. Questa è spesso dovuta alla mancanza della marcatura CE.