Bolzano è la città in cui gli anziani vivono meglio: “Spesso visti come un peso, qui non li lasciamo soli”

Va a Bolzano la medaglia d'oro per la qualità della vita degli anziani nel 2025. A rivelarlo è l'indagine annuale del giornale economico Il Sole 24 Ore, che ha pubblicato la classifica sui centri urbani dove si vive meglio. Il capoluogo altoatesino ha totalizzato un punteggio di 648 tra gli over 65, più del doppio del fanalino di coda Trapani, con 315 punti all'attivo.
Da due anni a questa parte, la competizione per il primato ha riguardato il Trentino-Alto Adige: nel 2023 e nel 2024, era Trento ad occupare il gradino più alto del podio, mentre Bolzano si era posizionata rispettivamente al secondo e al quarto posto. Un salto notevole, che è stato possibile grazie al numero e al valore dei servizi offerti nella città.
La classifica della qualità della vita si basa su 15 parametri, che riguardano vari ambiti della vita comunitaria, tra cui salute, economia, e società. A balzare all'occhio è il maggior numero di spesa sociale per anziani: oltre 1400 euro per ogni abitante con un'età maggiore di 65 anni, con più di 1300 euro di differenza con la media nazionale.
Interessante il primato per il numero di biblioteche ogni 10mila residenti over 65: 23,8 rispetto ai 6,3 dell'Italia. Particolarmente incoraggiante anche il dato sul consumo di farmaci per malattie croniche, il più basso nel Paese con 130,7 unità pro capite vendute e la medaglia di bronzo per la speranza di vita: un 65enne può aspettarsi di vivere altri 22,2 anni, per un'età totale di 87,2.

Nel 2022, la percentuale di persone con più di 65 anni nel capoluogo altoatesino si attestava al 23,8%, mentre nel 2019 era ferma al 22,9%. Si tratta di una tendenza crescente, che dimostra la maggior presenza di anziani nella Provincia Autonoma dell'Alto-Adige.
"A Bolzano i servizi funzionano bene, gli anziani sono tutelati e sono molto presenti sul territorio" afferma il presidente dell'Associazione per i Diritti degli Anziani (ADA) di Bolzano Marco Delmonego, 63 anni. L'attenzione della Provincia Autonoma dell'Alto-Adige non si concentrerebbe solo sugli over 65, ma anche su chi sarebbe prossimo a raggiungere la terza età. Il numero 1 di ADA, dunque, si ritiene soddisfatto, anche se a suo dire: "una statistica non esprime esattamente la realtà".
Per chi opera sul territorio non è facile rispondere alle esigenze di tutti, perché, con il passare degli anni, i bisogni delle persone cambiano. Per questo motivo, gli enti pubblici e le realtà locali offrono servizi variegati: "Come associazione – continua Delmonego – forniamo e organizziamo il trasporto verso strutture sanitarie, aiutiamo gli anziani ad utilizzare lo SPID e a compilare correttamente la dichiarazione dei redditi, diamo loro supporto tramite un punto d'ascolto e prevediamo incontri culturali e di socializzazione".
Quest'ultimo contributo si rivela essere particolarmente importante per chi ha più di 65 anni, età in cui può capitare di sentirsi più soli. "L'obiettivo è far sentire l'anziano a proprio agio nell'associazione, creando il clima sereno tipico delle amicizie e facendolo sentire parte integrante di una comunità" dice Delmonego. Questo proposito, infatti, può essere la molla decisiva che permette a chi si avvicina alla terza età di stare bene.
Non è tutto oro ciò che luccica. Nonostante il primato in classifica, infatti, nella città ci sarebbero anche diversi problemi non risolti. A descriverci questa situazione è stato Maurizio Suria, 61 anni, Presidente dell'associazione Auser Bolzano, che si occupa d'invecchiamento attivo. "Le liste d'attesa per entrare in una casa di cura sono infinitamente lunghe" ha dichiarato a Fanpage.
Un altro aspetto che porta ad andare oltre le statistiche è la percezione che abbiamo dell'anziano: "Si tratta di una figura spesso vista come un peso, un fardello e un costo" dice Suria. Secondo lui, per contrastare questa visione, bisogna coinvolgere non solo gli over 65, ma anche i giovani, che possono dare un grande contributo.
"Oggi gli anziani chiedono di stare in compagnia nelle loro case, di farsi portare la spesa o i medicinali, per questo dobbiamo coinvolgere anche i giovani" aggiunge Suria. Per fare ciò, Auser invita a fare volontariato, anche solo per un'ora alla settimana: un'esperienza che permette agli anziani di ragionare e stare in compagnia. Non solo, anche per il volontario stesso si tratterebbe di un'esperienza formativa: "Ti mette alla prova, ti riempie e ti spinge ad usare tutto te stesso. Si tratta di un continuo arricchimento" conclude Suria.