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Bimbo chiamato “mostro” dai compagni di classe per una cicatrice. Genitori: “Costretti a fargli cambiare scuola”

Lo spinoso caso di un ragazzino veronese di 12 anni rimasto invalido dopo un incidente: mamma e papà accusano di violenza privata l’autorità scolastica e di lesioni un prof che gli ha manipolato la cicatrice. E il caso finisce in Parlamento.
A cura di Biagio Chiariello
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Prima l'incidente stradale, di cui porta le cicatrici sul volto. Poi bullizzato in una scuola di Verona, chiamato "mostro" da alcuni compagni per quei segni che porterà per sempre sulla pelle. Infine la decisione dei genitori del piccolo, "costretti a cambiare scuola per far ritrovare la serenità a nostro figlio", che ora si rivolgeranno alla magistratura scaligera "per ottenere giustizia".

La vicenda inizia lo scorso maggio in un paesino della Bassa veronese. Francesco (nome di fantasia) viene travolto da un furgone a Veronella mentre conduceva a mano un monopattino. Il bambino, salvo per miracolo, dopo essere finito in coma si è dovuto sottoporre ad una serie di interventi chirurgici. Quel violentissimo impatto l’ha segnato indelebilmente, non solo nel fisico, lasciandolo disabile e invalido al 37 per cento, ma anche a livello psicologico. Per lui, ex giovane promessa del rugby, il percorso di recupero è stato difficilissimo.

Stava reagendo con tutte le sue forze, invece al suo ritorno a scuola a settembre le cose sono precipitate – hanno denunciato la settimana scorsa i genitori al Corriere di Verona -. Nostro figlio viene deriso per le cicatrici e le menomazioni che gli ha lasciato l’incidente, lo insultano, lo scherniscono dicendogli “ignorante, sei uno stupido”. Qualcuno alza perfino le mani. Più volte abbiamo chiesto aiuto alla scuola (l’istituto comprensivo di Zimella, ndr) che invece ci ha lasciati soli".

E così i genitori di Francesco si arrendono e lo ritirano per iscriverlo in un’altra scuola "che lui possa frequentare con tranquillità, senza più piangere al pensiero dei bulli che lo prendono in giro".

Ma non finisce qui: il 18 marzo si sono recati presso il loro legale per sporgere denuncia con l'accusa di ‘violenza privata' nei confronti dell’autorità scolastica che !ci ha obbligati a spostare nostro figlio in un altro istituto non essendo in alcun modo intervenuta per tutelarlo", e di ‘lesioni' nei confronti di un insegnante per "uno spiacevole episodio accaduto nelle scorse settimane, quando si è permesso di manipolare, di toccare pesantemente la cicatrice che mio figlio ha sul viso e di esaminare gli esiti dell’operazione. Abbiamo chiesto l’intervento della dirigenza che ha richiamato il docente. Quest’ultimo, tuttavia, non ha mai ritenuto opportuno scusarsi con mio figlio".

E nel frattempo il caso è sbarcato anche in Parlamento, dove come abbiamo anticipato giovedì è stata presentata una interrogazione dal deputato veronese di Forza Italia Flavio Tosi: "Se un giovane rimasto invalido, anziché essere protetto e sentirsi a casa in un luogo di educazione, formazione e crescita come la scuola, è costretto addirittura a doversi trasferire per non subire offese ed umiliazioni continue, tutto questo rappresenta una inammissibile sconfitta per lo Stato", dice Tosi, che chiede al Ministero quali iniziative "intenda assumere, ivi compresa l’auspicabile attivazione di una attività ispettiva".

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