Bimba di due anni positiva alla cocaina a Cesena: ricoverata. Parenti ostacolano interventi sanitari

Una bambina di Cesena di appena due anni è risultata positiva alla cocaina ed è tuttora ricoverata all’ospedale Bufalini. L’episodio risale al giorno di Natale e affonda le radici in una situazione di forte disagio esplosa in un quartiere periferico della città romagnola, dove l’intervento dei soccorsi e delle forze dell’ordine è stato richiesto da alcuni residenti allarmati dal comportamento di una donna.
La madre della piccola, una 33enne nota al Sert perché inserita in un percorso di recupero per tossicodipendenza, avrebbe dato in escandescenze al punto da rendere necessario un trattamento sanitario. Secondo quanto riferito da testimoni, la donna si trovava all’esterno dell’abitazione con la bambina, poco vestita nonostante la pioggia e le basse temperature, e senza scarpe. Madre e figlia erano in quel periodo ospiti dei familiari del padre della bambina.
All’arrivo dell’ambulanza, la situazione è degenerata. I parenti presenti avrebbero cercato di ostacolare l’intervento dei sanitari, temendo non solo il ricovero della donna ma anche quello della bambina e le possibili conseguenze sul piano giudiziario e dell’affidamento. Ne è nato un parapiglia, con insulti e calci al mezzo di soccorso, che non ha tuttavia impedito il trasferimento in ospedale.
La donna è giunta al pronto soccorso in uno stato di forte agitazione, è stata visitata, sedata e successivamente dimessa. Diversa la sorte della bambina, accompagnata dal padre, dalla nonna e da una zia: la piccola è stata ricoverata in Pediatria, dove gli accertamenti clinici hanno fatto emergere il dato più grave, la positività alla cocaina.
Le modalità con cui la sostanza sia entrata in contatto con la bambina saranno oggetto di valutazioni giudiziarie. In un ambiente in cui circolano stupefacenti, non viene esclusa l’ipotesi di un contatto accidentale, ritenuta compatibile con l’età della minore. La bambina, al momento, non avrebbe manifestato ulteriori problemi sanitari.
Sul caso interviene l’assessora alle Politiche sociali Carmelina Labruzzo, che ha seguito la vicenda fin dalle prime ore del ricovero. “La bambina è ancora ricoverata in Pediatria – dichiara l’assessora –: la situazione sanitaria è sotto controllo, altro non posso aggiungere per evidenti ragioni”. Le condizioni cliniche sarebbero in miglioramento e il ricovero non dovrebbe prolungarsi a lungo.
Resta ora aperto il nodo più delicato, quello relativo al futuro della minore dopo le dimissioni. La competenza passerà al Tribunale per i minorenni, chiamato a valutare le misure di tutela più adeguate, tenendo conto non solo della dipendenza della madre, ma anche del più ampio quadro di fragilità sociale in cui la famiglia è inserita.
“Al momento attuale – afferma l’assessora Labruzzo – tenendo conto del contesto familiare oggettivamente grave, l’ipotesi più probabile è quello di un intervento indirizzato ad assicurare alla bambina la massima protezione, con il collocamento in una struttura protetta del nostro territorio, valutando appunto la situazione in essere particolarmente critica”.
Ogni provvedimento avrebbe carattere temporaneo e monitorato, con la possibilità di incontri protetti tra la bambina e i genitori, se ritenuti compatibili con il suo benessere. Alla madre potrebbe inoltre essere richiesto di intraprendere o proseguire un percorso strutturato di recupero dalle dipendenze. Solo un miglioramento concreto e stabile delle sue condizioni potrebbe consentire una futura rivalutazione della responsabilità genitoriale.
“Come in tutti i casi che coinvolgono bambini – conclude l’assessora – l’obiettivo primario delle istituzioni resta il superiore interesse della minore, con particolare attenzione alla sua salute, al suo sviluppo psicofisico e al diritto a crescere in un ambiente sicuro e stabile”.