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Bari, frate benedice la festa del clan mafioso vietata dal sindaco

Antonio Decaro, sindaco di Bari, aveva negato l’autorizzazione a svolgere la Festa della Candelora nel quartiere Libertà perché legata alla cultura mafiosa. Nonostante il divieto, però, la cerimonia si è tenuta lo stesso con tanto di benedizione da parte di un frate.
A cura di Davide Falcioni
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Il sindaco Antonio Decaro ne aveva negato l'autorizzazione perché l'annuale Festa della Candelora di Bari organizzata in via Nicolai, nel quartiere Libertà, secondo il primo cittadino avrebbe richiamato "le pratiche e la cultura mafiosa, che tutti i cittadini per bene della nostra città non possono accettare né tollerare". Decaro avena negato il suo via libera con tanto di denuncia presentata in questura, tuttavia la festa non solo si è tenuta, ma ha visto anche la partecipazione di un frate che ha recitato il Padre Nostro nel rituale religioso della famiglia Sedicina, legato alla criminalità organizzata. "Un religioso in modo improvvido si è reso presente alla cerimonia non autorizzata e vietata dal sindaco. La Curia e il vescovo condannano l'episodio che turba gravemente la coscienza civile e religiosa di tutti", ha ricordato Decaro spiegando che la cerimonia ha rispettato precisi codici mafiosi.

Malgrado i divieti a svolgere la manifestazione e la rimozione delle luminarie un frate ha benedetto la statua di Gesù bambino protagonista della processione e fatto recitare ai partecipanti della cerimonia il Padre Nostro nell'androne del palazzo di via Nicolai.  "Affidarsi a Dio con la consapevolezza che la nostra vita è affidata a Dio" e la "Benedizione è dire il bene degli altri" ha dichiarato il frate prima dell'applauso e della musica della banda. Quelle parole – come racconta Repubblica – sono state duramente criticate da don Francesco Preite, parroco del Redentore, parrocchia ma anche un presidio di legalità nel quartiere Libertà. "Non posso credere che quel frate – dice – non sia a conoscenza di ciò che vuol dire quel rito, che codici abbia. La sua partecipazione è deprecabile e sconfortante. Rischia di rovinare un lavoro quotidiano, complesso e difficile, soprattutto con le nuove generazioni, la parte più sensibile del Libertà. Dopo le prese di posizione del sindaco e del questore, che hanno fatto ben capire cosa ci sia dietro certe manifestazioni, è incomprensibile come si possa esserne complici. Ciò che accade lì non è dissimile dallo schiaffo ricevuto dalla giornalista del Tg1 Mariagrazia Mazzola due anni fa dalla moglie del boss".

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