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Covid 19

Bari, carabiniere muore per complicanze del Covid: a marzo il virus aveva ucciso il suo gemello

Il luogotenente Michelangelo Sansipersico, assegnato alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Bari, è morto a 56 anni a causa delle complicanze di una polmonite da Coronavirus. A marzo anche il gemello Nicola, pure lui carabinieri, era deceduto a causa di Covid-19. La forza armata: “Nessun collega li dimenticherà mai”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da BariToday.it
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Lutto nell'Arma dei Carabinieri. È morto questa mattina a Bari il luogotenente Michelangelo Sansipersico a causa delle complicanze di una polmonite da Coronavirus. Aveva 56. Un destino tragico il suo, dal momento che solo lo scorso marzo il suo gemello, Nicola, anche lui carabiniere, è stato ucciso dal virus. È stata la stessa forza armata a darne notizia via Facebook: "Da quasi quarant'anni era nell'Arma, raggiungendo il grado apicale dei sottufficiali: luogotenente carica speciale. La sua vita è stata portata via dal Covid-19, ma non il suo ricordo: nessun collega lo dimenticherà mai. Il nostro affetto alla famiglia", si legge nel post pubblicato sulla pagina istituzionale.

Michelangelo Sansipersico era assegnato alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Bari, mentre il fratello lavorava a Voghera. Sono deceduti a nove mesi di distanza l'uno dall'altro a causa di Covid-19 che non ha lasciato scampo a nessuno dei due. Alla famiglia Sansipersico sono arrivate le condoglianze dal comandante generale Giovanni Nistri, ed anche il sindaco di Toritto, Pasquale Regina, si dice vicino alla famiglia: "Sono senza parole per il destino inimmaginabile che ha accomunato Nicola e Michelangelo".

Il luogotenente deceduto oggi era entrato nell’Arma nel 1981 come carabiniere, e l’anno successivo, a seguito del corso nella Scuola Sottufficiali, era diventato vice brigadiere, prestando servizio prima nell’Aliquota Radiomobile di Varese e poi al Raggruppamento Operativo Speciale di Milano fino al 1997, anno in cui ha preso servizio a Bari. I colleghi lo hanno definito "solido punto di riferimento per una moltitudine di militari. In quasi quarant'anni di servizio,  ha servito silenziosamente il proprio Paese con impegno, sacrificio e dedizione, finché oggi il virus non lo ha portato via".

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