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Bari, caporalato in una fabbrica di divani: operai pagati due euro all’ora

Due cinesi sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita per aver sfruttato otto lavoratori, tutti africani, impiegati in una fabbrica di divani della periferia nord di Bari in cambio di una paga oraria di appena 2,20 euro anziché 9 come previsto dal contratto di categoria.
A cura di Davide Falcioni
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Due uomini di nazionalità cinese – il titolare di una fabbrica di divani alla periferia nord di Bari e un presunto caporale – sono stati denunciati dai carabinieri per aver sfruttato otto lavoratori (tutti operai di origine africana, quattro dei quali regolarmente assunti) imponendo loro di lavorare otto ore al giorno in cambio di una paga oraria di 2,20 euro anziché i nove euro previsti dal contratto nazionale. Durante il controllo, i militari della task force anticaporalato hanno constatato che in uno stabilimento lavoravano almeno 21 operai fra uomini e donne, tutti cinesi fatta eccezione per gli otto africani che erano stati reclutati da un loro collega che avrebbe svolto le funzioni di caporale.

I lavoratori africani – secondo quanto emerso nel corso delle indagini  – non erano stati sottoposti a visita medica obbligatoria e non avevano ricevuto nessuna formazione sui rischi per la salute e sicurezza del lavoratore. Le condizioni degli alloggi in cui vivevano erano fatiscenti: un seminterrato senza finestre e bagno. I datori di lavoro – secondo l'accusa – non solo sfruttavano le condizioni di difficoltà delle vittime, costrette ad accettare condizioni di lavoro di vero e proprio sfruttamento perché bisognosi di inviare denaro alle famiglie, ma controllavano il loro rendimento attraverso un sistema di videosorveglianza. I due cinesi sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita e per altre violazioni della normativa sul lavoro. Sono state elevate sanzioni per 56.000 euro ed è stata disposta la sospensione dell'attività produttiva.

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