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Barbara Capovani, lo straziante ultimo saluto del compagno: “Non facevi il medico, eri nata medico”

L’ultimo saluto del compagno a Barbara Capovani, la psichiatra uccisa da un suo ex paziente all’uscita dell’ospedale di Pisa. Un addio pubblico affidato a un lungo post sui social per ricordare chi era la dottoressa uccisa.
A cura di Antonio Palma
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"La tua dedizione al lavoro era totale. Non facevi il medico, eri nata medico: a 6 anni avevi deciso che avresti fatto la psichiatra e cosi è stato. La tua era una missione in cui hai sempre dato tutta te stessa" è lo straziante ultimo saluto del compagno a Barbara Capovani, la psichiatra uccisa da un suo ex paziente all'uscita dell'ospedale di Pisa. Un addio pubblico affidato a un lungo post sui social dopo i funerali  della donna che si son svolti nei giorni scorsi in forma privata,

"Non ti interessava la gloria personale, i soldi, rifuggivi l’apparire sui giornali. Eri pura sostanza, eri il fare verso l’apparire, avevi mille idee e una capacità di risolvere i problemi ineguagliabile" ha ricordato Michele Bellandi oggi ricostruendo il loro rapporto ma soprattutto la figura umana e professionale della dottoresca uccisa dal 35enne Gianluca Paul Seung fuori all’ospedale Santa Chiara di Pisa.

"Amore mio non so neanche da dove iniziare, come fare a dire delle cose che possano renderti giustizia, che possano far, se non capire, almeno intuire chi era Barbara. La poliedricità della tua personalità, le sue infinite sfaccettature e allo stesso tempo la tua gentile semplicità che ti rendeva accessibile ed aperta a tutti, senza eccezioni" esordisce il post che aggiunge: "Eri cosi piccina, con quel tuo corpicino esile ma anche forte e scattante: un moto perpetuo, quasi impossibile da fermare, tanto che in famiglia ti avevamo soprannominata Kangurina ( con la K). Bloccarti era compito arduo, farti stare ferma un’impresa monumentale. In realtà un vero gigante: entravi in punta di piedi nella vita degli altri e gliela cambiavi per sempre, come per magia, in un istante: la tua curiosità, la tua’ intelligenza. Il tuo coraggio ed il tuo intuito, la tua voglia di aiutare ti rendevano in grado di capire le situazioni e trovare soluzioni sempre e per tutti. Cosi in un attimo diventavi un punto di riferimento, e quelle persone che fino a poco prima non ti conoscevano, improvvisamente non potevamo più fare a meno di te".

"Eri la nostra stella cometa, eri la luce della famiglia, dedicavi tempo a ciascuno, individualmente e poi tutti insieme, eri il centro delle nostre chiacchierate. Ci dicevamo spesso che da soli saremmo stati due “disgraziati” ma che insieme eravamo invincibili. Spero di trovare la forza per continuare ad esserlo anche senza di te al mio fianco, soprattutto per prendermi cura di ciò che era la tua preoccupazione più grande: ‘i tuoi bambini'" prosegue il post che conclude: "Grazie per avermi accettato incondizionatamente, cosi come sono, ben conscia di tutti i miei difetti; grazie per tutto quello che mi hai insegnato e per aver lasciato a me e a tutti noi un esempio indelebile. Amore mio tu sarai qui, con noi, per sempre"

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