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Psichiatra uccisa, l’ultimo saluto delle figlie: “Eri la nostra eroina: un mostro ti ha portata via”

All’Università la Sapienza di Pisa la commemorazione in ricordo di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa da un suo ex paziente. “La mia mamma era azione, era passione – le parole pronunciate dalla figlia Alice – era la nostra eroina”.
A cura di Chiara Ammendola
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Barbara Capovani
Barbara Capovani

Sono figlie a regalare il ricordo più commosso di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa la scorsa settimana da un suo ex paziente. Dopo i funerali di ieri che si sono svolti in forma privata, oggi all'Università la Sapienza di Pisa si è tenuta una commemorazione alla quale hanno partecipato circa 400 tra amici, famigliari e colleghi.

“La mia mamma era azione, era passione – le parole pronunciate da Alica, la figlia maggiore della psichiatra – mi ha sempre insegnato che ci sono cose su cui non abbiamo controllo ma anche a individuare un piccolo aspetto su cui possiamo avere margine d’azione. Ho cercato in ogni modo di trovare un pensiero per andare avanti. Non trovavo niente che mi desse pace, poi ho capito che sei un’eroina e che avevi una risposta per tutto”.

Dopo Alice, è intervenuta anche la figlia più minore: “Un mostro ti ha portata via – ha detto commossa – per noi avresti fatto di tutto, non è giusto che sia capitato a te. Tutti i tuoi abbracci sono nel nostro cuore”. È riuscito a trattenere le lacrime invece il compagno Michele Bellandi: “Barbara – ha spiegato – aveva intuito, intelligenza, competenze e voglia di aiutare e soprattutto sapeva sempre trovare le soluzioni. A 6 anni ha deciso di essere una psichiatra e ci è riuscita: la sua era una missione, non c’erano vacanze, chi provava a metterle i bastoni tra le ruote era sconfitto in partenza”.

Barbara Capovani, 55 anni, è stata colpita il 21 aprile all'esterno dell'ospedale Santa Chiara ed è morta dopo due giorni, il 23 aprile. Per l'attacco è stato fermato un 35enne, ex paziente della donna, Gianluca Paul Seung. Il giorno prima dell'aggressione, l'uomo si era recato alla Psichiatria territoriale di Pisa per chiedere di incontrare la professionista senza riuscirci. Il giorno dopo l'ha attaccata. Nei suoi confronti, un anno fa era stata disposta dal tribunale di Lucca la misura di sicurezza della libertà vigilata, in seguito all'aggressione a una guardia giurata. E avrebbe dovuto essere rivalutata nelle prossime settimane.

Nel corso della commemorazione è intervenuta anche Eleonora Pulidori, magistrato, presidente della sezione civile del tribunale di Pisa e amica di Barbara Capovani: “Non è giusto quello che è successo e non doveva e non può succedere – le sue parole – dobbiamo reagire a questa tragedia senza arrenderci alle difficoltà, lavorando da addetti ai lavori, elaborando proposte che possano essere recepite fino al Parlamento per aggiornare un impianto legislativo che ne ha assolutamente bisogno mettendo il paziente al centro e garantendo la sua dignità così come la necessaria tutela del medico che lo ha in cura”.

Perché, ha concluso un'operatrice socio sanitaria che lavora proprio nel reparto di psichiatria sociale che era diretto da Capovani, "lavoriamo con professionalità e secondo le nostre competenze, non siamo torturatori. E la nostra professionalità deve essere usata a baluardo: codice penale e leggi vanno cambiate".

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