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Autostrade, l’intercettazione da brividi: “43 morti a Genova, 40 ad Avellino. Siamo sulla stessa barca”

Le intercettazioni che emergono dagli atti dell’inchiesta della Procura di Genova a carico dei dirigenti di Autostrade per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture che nelle scorse ore ha portato all’arresto dell’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, del direttore delle operazioni Paolo Berti e di Michele Donferri Mirella,
A cura di Antonio Palma
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"Quarantatre morti de là… quaranta de qua. Stiamo tutti sulla stessa barca" è una delle intercettazioni shock che emerge dagli atti dell‘inchiesta della Procura di Genova a carico dei dirigenti di Autostrade per attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture che nelle scorse ore ha portato all'arresto dell’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, del direttore delle operazioni Paolo Berti e di Michele Donferri Mirella, ex responsabile manutenzioni del gruppo. L'intercettazione riguarda una conversazione tra gli ultimi due che parlano anche del primo in relazione al procedimento a carico di Aspi al Tribunale di Avellino per la strage del Bus caduto dal viadotto autostradale in cui persero la vita 40 persone nel luglio 2013.

"Hai capito Paole’ … questo però, che tu sia stanco non è chi, gli puoi… imputa’, lui che ci sono quarantatre morti de là .. quaranta de qua. Stamo tutti sulla stessa barca” dice Donferri a Berti che è particolarmente adirato per la pesante condanna a 5 anni di reclusione e per l'assoluzione di altri dirigenti di Aspi come appunto Castellucci, nel processo di Avellino. Come scrive il giudice, la loro conversazione è sintomo di una "personalità spregiudicata e incurante del rispetto delle regole" da parte di Castellucci "ispirata a una logica strettamente commerciale anche a discapito della sicurezza collettiva".

Dalla conversazione infatti "si comprende che Berti nell'ambito del processo non ha riferito la verità per difendere la linea aziendale, condotta che ha contribuito all'assoluzione di Castellucci e che quest'ultimo, interessato che Berti mantenga tale impostazione anche in futuro, ha incaricato Donferri di tenerlo tranquillo e rassicurarlo del suo futuro aiuto", ha scritto il Gip Daniela Giuffrida per giustificare le misure cautelari nei confronti di Castellucci.

"Ha chiesto una mediazione con te ti vuole rasserenare che ti aiuterà per tutta la vita ti vuole dire questo messaggio” spiega Donferri nella telefonata, invitando Berti a fare” tesoro dell’attuale momento. Rivendica quello che devi rivendica”. L'uomo non è coinvolto nei fatti di Avellino, ma con Castellucci e lo stesso Berti è indagato per la strage del Ponte Morandi a cui fa riferimento. "Tu non pensare che se se coinvolgevi pure lui a te non te li davano, è questo il tema. Questo glielo devi far pesare, come l’ho fatto pesare io oggi. Ora, io sto dicendo tu… il tuo obiettivo è salvaguardare il rapporto con lui, è l’unica speranza che hai, da qui al futuro perché ti darà tutto nel senso di condividere la strategia, condividere le cose. Almeno quello poi, state insieme per l’altro processo. State insieme per l’altro processo" sottolinea in un'altra conversazione Donferri riferendosi al crollo del ponte di Genova. Per i giudici è un'altra prova del completo controllo di Castellucci sulla società ma anche del pericolo di inquinamento probatorio e di reiterazione dei reati.

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