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Assolti gli otto commilitoni di Giulia Schiff: erano accusati di averla frustrata nel ‘battesimo del volo’

L’ex pilota del 70° Stormo dell’Aeronautica, oggi residente in Israele con il marito e il figlio, aveva denunciato otto ex allievi piloti dell’aeronautica militare per violenza privata e lesioni, a seguito delle frustate e degli spintoni subiti durante il controverso rito di fine corso a Latina. Tutti sono stati assolti perché il fatto non sussiste.
A cura di Biagio Chiariello
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Otto ex allievi piloti dell’Aeronautica militare sono stati assolti dal tribunale di Latina perché “il fatto non sussiste”, nel processo per presunti atti di nonnismo ai danni di Giulia Schiff, la giovane pilota veneziana oggi impegnata come volontaria in Ucraina e residente attualmente in Israele con il marito e il figlio di cinque mesi. Il giudice monocratico Mario La Rosa ha ribaltato così le richieste del pubblico ministero Antonio Sgarrella, che aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per ciascun imputato.

I fatti risalgono ad aprile 2018, durante il cosiddetto “battesimo del volo” all’aeroporto militare Enrico Comani, sede del 70° Stormo di Latina. Secondo l’accusa, Schiff fu colpita da circa cento frustate con dei fuscelli, spinta contro l’ala di un aereo e infine gettata in una piscina, mentre chiedeva più volte ai colleghi di fermarsi. Il pm definì l’episodio “un inferno” e contestò ai militari i reati di violenza privata e lesioni, sostenendo che la volontà della giovane fosse stata completamente annullata. La parte civile aveva inoltre richiesto un risarcimento di 70mila euro per i danni subiti da Schiff.

Elemento chiave del processo è stato il video del battesimo del volo, in cui, secondo l’accusa e la difesa civile, si vede la pilota cercare di difendersi mentre una voce fuori campo commenta in dialetto romanesco: “La stanno a massacra’”. L’avvocato Strampelli ha sottolineato come gli imputati non abbiano rispettato i limiti e la contrarietà espressa più volte dalla giovane, trasformando quella che doveva essere una celebrazione in una “imboscata”.

Nonostante la gravità delle accuse, il giudice ha ritenuto il rito privo dei caratteri dell’illecito. Il reato di lesioni è stato derubricato in percosse, dichiarate non procedibili per tardività della querela, smontando così l’impianto accusatorio. Gli avvocati difensori hanno sottolineato come il giudice abbia valutato attentamente l’istruttoria dibattimentale, senza farsi condizionare dall’impianto accusatorio iniziale.

L’avvocato Michela Scafetta ha spiegato che gli imputati erano sempre rimasti sereni e che l’Aeronautica militare aveva garantito loro sostegno costante. Secondo Massimo Strampelli, legale di Schiff, la decisione confermerebbe quanto già rilevato dalla commissione d’inchiesta interna dell’Aeronautica: il battesimo del volo possedeva i crismi della liceità.

L’assoluzione ha suscitato un clima di sollievo tra gli imputati e i loro familiari. Giulia Schiff, presente in aula con il figlio neonato, ha preferito mantenere il silenzio, mentre l’avvocato dello Stato Maurizio Greco ha parlato di una sentenza che “riabilita l’Aeronautica in toto”.

Dopo l’esperienza in Italia, Schiff ha proseguito la carriera militare a livello internazionale, arruolandosi come volontaria sul fronte ucraino e, successivamente, trasferendosi in Israele con la famiglia. La vicenda ha acceso un dibattito sulle tradizioni interne alle forze armate e sul confine tra riti di iniziazione e violenza, confermando quanto sia delicata la valutazione delle pratiche militari che, pur intimidatorie, possono non configurare reato penale.

L’ex pilota del 70° Stormo dell’Aeronautica, oggi residente in Israele con il marito e il figlio, aveva denunciato otto ex allievi piloti dell’aeronautica militare per violenza privata e lesioni, a seguito delle frustate e degli spintoni subiti durante il controverso rito di fine corso a Latina. Tutti sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

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