Arrestato il procuratore di Aosta Pasquale Longarini: era stato tra i pm del caso Cogne

Bufera giudiziaria in Val d'Aosta. Il procuratore capo facente funzioni di Aosta Pasquale Longarini è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Milano nell'ambito di un'inchiesta della procura del capoluogo lombardo. Il magistrato è ora agli arresti domiciliari. Il reato ipotizzato dalla procura di Milano, che ha informato il Csm, è di “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Secondo i pm milanesi, Longarini avrebbe cioè fornito informazioni sulla sua situazione giudiziaria all'imprenditore Gerardo Cuomo, titolare del Caseificio valdostano, in cambio di benefici. L'inchiesta, coordinata dal Pm Roberto Pellicano e dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti, ha portato anche all'arresto di Cuomo. C'è inoltre un terzo indagato: si tratta di un commerciante valdostano con attività ad Aosta e Courmayeur. Dal 13 dicembre scorso Longarini è diventato procuratore capo facente funzioni dopo il passaggio al vertice della procura di Novara di Marilinda Mineccia. Il suo lavoro ad Aosta, dove aveva lavorato anche in pretura, è iniziato nei primi anni '90.
Longarini era uno dei pm del caso Cogne – Pasquale Longarini era stato uno dei magistrati inquirenti del caso Cogne. Da sostituto procuratore aveva collaborato con la collega Stefania Cugge alle indagini che in primo grado, nel 2004, portarono alla condanna a 30 anni di reclusione per Anna Maria Franzoni, la donna accusata dell'omicidio del figlioletto di 3 anni, Samuele. Nella prima metà degli anni ‘90 alcune inchieste del procuratore capo di Aosta portarono in carcere l'attuale presidente della Regione, Augusto Rollandin (carica che aveva ricoperto anche all'epoca); i fascicoli riguardavano in particolare il voto di scambio, l'illecita concessione di contributi regionali ad aziende di autotrasporto pubblico, la partecipazione – in forma occulta – del governatore al capitale azionario di una di queste società.
“Riceveva favori e remunerazioni” – “Le indagini hanno consentito di accertare come a fronte di questa sollecita disponibilità nei confronti dell'amico imprenditore, Longarini abbia ricevuto dallo stesso, oltre a forniture di prodotti caseari, quantomeno favori se non delle vere e proprie remunerazioni, come nel caso del viaggio in Marocco”, è quanto scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare. “In questo momento non abbiamo alcun commento da fare. Attendiamo l'interrogatorio di garanzia a Milano che non è ancora stato fissato”, ha detto l'avvocato Claudio Soro, difensore di Longarini. Anche Soro si era occupato del caso Cogne: mentre il pm aveva sostenuto l'accusa in primo grado, l'avvocato era il legale dei vicini di casa di Anna Maria Franzoni.