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Alluvione Emilia Romagna 2023

Alluvione Emilia Romagna, ritrovati nei campi inondati 6 ordigni bellici inesplosi: è allarme

Secondo Coldiretti, finora in Emilia Romagna sono state ritrovate sei bombe inesplose, trasportate dalle inondazioni degli scorsi giorni. A rischio soprattutto gli agricoltori, alle prese con i primi lavori di sistemazione dopo l’alluvione.
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Alluvione Emilia Romagna. Foto LaPresse
Alluvione Emilia Romagna. Foto LaPresse
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Continua ad allungarsi la scia dei danni provocati dall’alluvione sul territorio dell’Emilia Romagna, già devastato negli scorsi giorni dalla furia dell’acqua.

Alle vittime, agli allagamenti e alla conseguente distruzione di case e coltivazioni, si aggiunge ora una nuova emergenza: su tutto il territorio, infatti, è stato diramato un allarme relativo al ritrovamento di ordigni bellici inesplosi.

Secondo le informative delle Prefetture di Forlì e di Ravenna, su segnalazione di Coldiretti, le inondazioni di questi giorni hanno “trasportato o fatto emergere residuati bellici che possono risultare potenzialmente pericolosi se rimossi o manomessi o coperti con oggetti o altri materiali”.

Si tratta di grosso rischio, soprattutto per l’incolumità degli agricoltori che con i loro mezzi pesanti sono attualmente impegnati nei lavori di sistemazione successivi all’alluvione, a partire dagli interventi nei campi devastati dall’acqua.

Lugo allagata
Lugo allagata

Coldiretti, in prima linea nel segnalare la nuova emergenza, riferisce che finora sono stati ritrovati sei ordigni bellici, messi in sicurezza dai militari che operano per la bonifica: “A preoccupare è l'incolumità degli agricoltori che con i trattori sono impegnati nella sistemazione dei terreni”, aggiunge.

“Il passaggio dei mezzi agricoli pesanti – continua Coldiretti – potrebbe infatti provocare il disinnesco degli ordigni e la loro esplosione”. Si invitano quindi gli agricoltori, e chiunque abiti nelle zone interessate, a prestare particolare attenzione e, in caso di rinvenimenti, a mettersi in condizioni di sicurezza – allontanandosi quindi dall’ordigno il più velocemente possibile – e avvisare immediatamente la Questura o l’Arma dei Carabinieri.

Coldiretti chiede quindi l’intervento dei militari e della protezione civile per la messa in sicurezza delle zone più interessate dal fronte della Seconda guerra mondiale. Attualmente, secondo le stime, sarebbero oltre 100.000 gli ettari di superficie agricola a rischio.

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