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Alfio Torrisi restituito senza organi dopo l’autopsia: rogatoria riapre la speranza

Il Ministro della Giustizia ha firmato la rogatoria internazionale chiesta dai pm italiani per avere la documentazione dal paese caraibico che possa aiutare a ricostruire quanto accaduto ad Alfio Torrisi, il falegname siciliano morto mentre lavorava su una nave da crociera alle Bahamas e il cui corpo è stato poi restituito ai familiari in Italia senza organi, dopo l’autopsia condotta sul posto.
A cura di Antonio Palma
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Si riapre la speranza di fare luce sui fatti per i familiari di Alfio Torrisi, il falegname siciliano di Riposto morto mentre lavorava su una nave da crociera alle Bahamas e il cui corpo è stato poi restituito ai familiari in Italia senza organi, dopo l’autopsia condotta sul posto. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, infatti, ha firmato la rogatoria internazionale chiesta dai pm italiani per avere la documentazione dal paese caraibico che possa aiutare a ricostruire quanto accaduto.

Lo hanno reso noto gli avvocati della famiglia del 54enne che da tempo cercano di accertare come siano andati effettivamente i fatti prima della morte dell’uomo, avvenuta nell'ottobre del 2023. La speranza dei familiari, come confermato in un appello a “Chi l’ha visto?”, è quella di poter aver almeno una copia dei vetrini anatomo – istologici raccolti durante l‘esame post mortem sul posto. La richiesta avanzata dalla procura di Catania, che indaga sul caso, aveva bisogno del necessario visto del guardasigilli in quanto non ci sono accordi tra i due Paesi. L’atto firmato dal Ministro ora è stato inoltrato alle autorità della Repubblica delle Bahamas.

Il fascicolo di indagine, che continua a ipotizzare il reato di omicidio colposo, cerca di fare luce sul trattamento riservato all’operaio prima e durante il malore fatale. "Stava benissimo, era sano, ha lasciato una moglie e un bambino, siamo tutti distrutti. Vogliamo sapere se sia morto di lavoro” hanno dichiarato i parenti che sospettano delle condizioni di lavoro dell’uomo prima del collasso che ha preceduto il decesso.

La richiesta per avere la documentazione dall'ospedale delle Bahamas sul ricovero di Alfio Torrisi era già caduta nel vuoto nei mesi scorsi ma la famiglia non si arrende. “Come legali non mancheremo di esercitare ogni azione utile perché si arrivi in tempi ragionevoli all’accertamento della verità e alla punizione degli eventuali colpevoli” spiegano gli avvocati dei parenti del 54enne.

I legali della ditta per cui l'uomo lavorava avevano chiarito invece che “non c'è alcun ‘giallo in relazione alla mancata presenza degli organi all’interno della salma del povero signor Torrisi”. “In sede di conferimento dell’incarico peritale, il medico legale ha chiaramente esplicitato a tutte le parti che tale circostanza era già ordinariamente prevedibile a fronte dell’utilizzo, in occasione dell’autopsia effettuata alle Bahamas, della tecnica autoptica meglio nota come di “Letulle en masse”, comportante il prelievo in blocco, cioè in massa, di tutti gli organi” avevano aggiunto gli avvocati, ribadendo che l'azienda ha sempre "garantito la più ampia tutela dei propri dipendenti nello svolgimento delle mansioni lavorative”.

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