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Aidaa: “Con il decreto vivisezione moriranno ancora tre milioni di animali”

Dopo il decreto del governo alcune associazioni animaliste insorgono lamentando che con lo spostamento dei divieti in avanti di tre anni gli animali continueranno ad essere usati nella sperimentazione.
A cura di A. P.
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"Grazie allo spostamento in avanti di tre anni del termine previsto per la fine degli esperimenti medici e scientifici sugli animali posticipato con il decreto del governo Renzi, nei prossimi anni saranno torturati e subiranno morte quasi certa circa 3 milioni di animali di varie specie", è quanto denunciano dall'Associazione Italiana Difesa Animali Aidaa. A pochi giorni dall'approvazione della nuova legge in materia di vivisezione degli animali che il 7 marzo è stata trasmessa al Presidente della Repubblica per la firma e la definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non si fermano le polemiche tra le associazioni animaliste che denunciano un annacquamento del provvedimento finale. "Sulla vivisezione abbiamo perso e abbiamo perso pesantemente e chi si ostina a voler vedere in questo decreto qualcosa di buono mente sapendo di mentire innanzitutto a se stesso" ha attaccato il presidente nazionale di Aidaa, Lorenzo Croce. "Il decreto di recepimento della normativa europea sulla vivisezione di fatto blocca solo gli esperimenti sulle scimmie, mentre tutti gli altri compresi quelli sui cani beagle (di cui si proibisce solo l'allevamento) andranno avanti per i prossimi tre anni senza alcuna modifica sostanziale rispetto ad oggi" attaccano sempre dalla Aidaa, aggiungendo "saranno impiegati circa un milione di animali l'anno secondo i dati riferiti allo scorso triennio e pubblicati dallo stesso ministero della Salute.".

La legge prevede che dal 1 gennaio 2017 saranno vietati gli esperimenti sugli animali che comportino un livello di dolore grave, così come anche numerosi test scientifici sulla salute purché in presenza di metodologie alternative riconosciute. Rimane però aperta la battaglia sull’articolo 13 della Legge delega del 2013, che imporrebbe l’obbligo di anestesia per tutti gli animali sottoposti a test, norma che non pare essere recepita dal nuovo decreto. "Basta leggere il decreto per rendersi conto che sono state smantellate tutte le prerogative previste dall'articolo 13, ci lasciano solo un contentino come la chiusura di Green Hill che sul versante dei laboratori non cambia nulla in quanto gli animali saranno comunque importati dall'estero" attacca sempre Croce, concludendo: "Ora l'unica speranza è che si arrivi all'abolizione della normativa europea grazie ai milioni di firme raccolte in tutta Europa".

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