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Agrigento, tredicenne fatta prostituire dalla madre: condannata la donna e due client

Il Tribunale di Palermo ha condannato a otto anni di carcere la mamma della ragazzina di tredici anni che sarebbe stata “venduta” e costretta dalla stessa donna a prostituirsi fra Menfi e Gibellina. La giudice ha inoltre condannato due clienti della ragazzina di 69 e 25 anni. Altri, invece, sono ancora in attesa di giudizio.
A cura di Davide Falcioni
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Ermelinda Marfia, gup del Tribubale di Palermo, ha condannato a otto anni di carcere – per induzione alla prostituzione –  la mamma della ragazzina di tredici anni che sarebbe stata "venduta" e costretta dalla stessa donna a prostituirsi fra Menfi e Gibellina. La giudice ha inoltre condannato due clienti della ragazzina, riconosciuti colpevoli di atti sessuali con minorenne. Sei anni sono stati inflitti a Vito Campo, 69 anni e 4 anni a Calogero Friscia, di 25 anni. Il pubblico ministero Sergio Mistritta aveva chiesto 10 anni di reclusione per la donna e 8 anni per gli altri due imputati. Altre due persone, che hanno optato per il dibattimento rifiutando il rito abbreviato, sono state da tempo rinviate a giudizio. Si tratta di P.C., 63 anni, di Gibellina, e V.S., 43 anni, di Menfi.

L'indagine, che ha fatto chiarezza su una storia agghiacciante, ha avuto un impulso del tutto casuale. A dicembre del 2017 infatti nel cuore della notte lungo una strada statale nei pressi di Sambuca, i carabinieri fermarono un'auto, a bordo della quale vi erano Civello e una ragazzina di 13 anni. I miltari, insospettiti dall'atteggiamento nervoso dell'uomo e dalla presenza dell'adolescente, con la quale non aveva alcun legame di parentela, decisero immediatamente di approfondire la situazione, accompagnando i due nella stazione di Menfi, comune di residenza della minore.

Di fatto il sessantenne ammise di avere accompagnato la ragazzina in un ovile, nei pressi di Gibellina, dove altri due uomini avrebbero consumato dei rapporti sessuali con lei. Il tutto con il via libera della madre della ragazzina: in quella circostanza Civello fu arrestato e la donna denunciata. L'inchiesta, tuttavia, si estese e fu accertato il coinvolgimento di altre persone. La madre, in particolare, secondo quanto ha accertato il processo, avrebbe fatto prostituire la figlia per cifre comprese fra i 30 e i 200 euro.

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