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Aggressione omofoba a Rimini, il racconto di Filippo: “Amare persone dello stesso sesso non merita violenza”

La sera del suo compleanno, il 24enne di origine pugliese era in centro a Rimini con alcuni amici. “Mi hanno spinto contro il vetro di un bar e preso a pugni. Ma perché tanto odio? Ne è valsa la pena?”
A cura di Beppe Facchini
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“Non mi era mai successo. E mai mi sarei aspettato che qualcuno potesse aggredirmi per il mio orientamento sessuale o perché semplicemente mi sto divertendo coi miei amici. In quel momento ero perso: non sapevo cosa fare, cosa dire, cosa pensare. Io adesso ho l'ansia di girare per Rimini”.

Filippo Marcuccio, 24enne studente universitario di origine pugliese, in Romagna con la famiglia da quando era bambino, porta ancora i segni dell'aggressione brutale subita qualche giorno fa davanti ad un locale del centro riminese. Doveva essere un venerdì sera di festa, per il suo compleanno, insieme ad alcuni amici e amiche, ma alla fine è dovuto rientrare a casa in anticipo rispetto al previsto per le botte ricevute dopo alcuni baci. Già, dei semplici baci.

Amare una persona dello stesso sesso non merita violenza” ripete Filippo, che aggiunge: “Potevamo anche tenerci per mano, ma comunque tanta violenza non sarebbe stata giustificata. Il problema -rimarca con rammarico- è che sarebbe potuto succedere lo stesso. Bisogna fare qualcosa, ci dovrebbe essere una legge che tuteli per le persone come me”. Ad esempio, un testo come l'ormai celebre Ddl Zan, affossato dal nuovo Parlamento già in tempi non sospetti. “Quello che è successo a me sarebbe potuto succedere a chiunque” ribadisce.

Riavvolgendo il nastro su un venerdì sera difficilissimo da dimenticare, Filippo quindi racconta: “Ero uscito con l'anima serena, felice, volevo soltanto festeggiare il mio compleanno in pace, tranquillo. La serata è andata benissimo fino all'una, poi io e il mio amico, venuto da Milano per il compleanno, appunto, ci siamo separati dagli altri e siamo andati verso un bar vicino. Dopo qualche drink ci sono state delle effusioni, ma dei baci normali, niente di così scandaloso”.

Vicino a loro, un gruppetto di ragazzi ha così cominciato a commentare: “Guarda sti finocchi, guarda sti froci, che schifo e cose così", spiega Filippo. "Nella mia testa ho cominciato a pensare: ma qual è il punto di questo odio gratuito? Io e il mio amico però abbiamo continuato a farci i fatti nostri, finché lui non si è dovuto allontanare perché aveva ricevuto una telefonata. Mi ha lasciato i soldi per andare a prendere da bere -continua- e prima che riuscissi ad entrare nel bar mi sono sentito prendere da dietro e sbattere la testa contro il vetro del locale. Poi due ragazzi hanno iniziato a prendermi a pugni in faccia”.

Con molta probabilità si è trattato di due componenti del gruppetto, poco più numeroso, che si era lanciato nei commenti raccontati da Filippo. Ma la vittima non ha avuto neppure il tempo di rendersene conto. “Vedevo tutto nero, per un attimo ho anche pensato di aver perso la vista” spiega. “Dopo il barista mi ha trascinato via da quella situazione e quando il mio amico è tornato ero lì che piangevo come un disperato, pieno di sangue. Così non ha potuto fare altro che riportarmi a casa”.

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“Tutti quelli che erano lì presenti magicamente non avevano visto niente -aggiunge Filippo- ma penso sia stata più paura”. Dopo le prime medicazioni e le varie visite ed esami al pronto soccorso, il giovane si è recato dai carabinieri per sporgere denuncia, ma contro ignoti, non avendo ben presente i volti degli aggressori.

“Stanno cercando immagini dalla telecamere di videosorveglianza -spiega-. Avevo delle lesioni al naso, delle fratture scomposte che mi hanno dovuto ricomporre in modo anche molto doloroso. Ora sto prendendo antidolorifici e antibiotici e uso uno spray nasale per i risciacquo, visto che non posso neanche soffiarmelo. Credo gli aggressori siano dei miei coetanei, la gente che gira da quelle parti nel weekend è quella -dice infine Filippo- e questo mi fa molto preoccupare e arrabbiare. Come fanno giovani come me ad avere ancora una mentalità così ristretta? Se dovessi ritrovarmeli davanti gli chiederei solo una cosa: ne è valsa la pena?

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