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Aggressione a picconate: Kabobo inizia a parlare

Il 31 ghanese ha risposto per la prima volta alle domande degli inquirenti durante l’interrogatorio di garanzia nel carcere di San Vittore chiarendo alcuni aspetti dell’aggressione di sabato.
A cura di Antonio Palma
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Dopo il silenzio in cui si era rifugiato all'indomani dell'aggressione nel quartiere Niguarda di Milano in cui ha ucciso a colpi di piccone due persone ferendone altre, il giovane 31enne ghanese  Mada Kabobo questa mattina ha iniziato a parlare con gli inquirenti. Durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di San Vittore davanti al gip Andrea Ghinetti, che ha convalidato il suo arresto,  Kabobo ha risposto alle domande per circa un'ora e mezza chiarendo alcuni dei punti ancora oscuri nella dinamica di quanto accaduto sabato. Assistito dal suo legale Matteo Parravicini il 31 enne, che è apparso lucido e calmo, ha spiegato che le prime aggressioni di sabato mattina sono avvenute con una spranga prelevata dai dissuasori di parcheggio di un vicino supermercato. Con quella ha colpito chi si trovava a tiro, ad esempio il 24enne dipendente di un supermercato che stava tornando a casa dopo il lavoro e che ha subito solo una contusione, e l'operaio di 50 anni scappato nei pressi di una scuola elementare.

Solo più tardi il ghanese avrebbe trovato il piccone nel cantiere di una villa abbandonata proprio al centro del quartiere Niguarda dove forse l'aggressore ha trascorso la notte prima dei delitti. A questo punto le prime aggressioni con il piccone prima ad un imbianchino di 56 anni che è riuscito a scappare, poi poco dopo le 6 la furia si è scatenata contro il 64enne Ermanno Masini che si trovava nei giardini pubblici ed è ora ricoverato in gravissime condizioni. Più tardi ancora l'aggressione ai tavolini del bar dove Kabobo ha ucciso il 40enne Alessandro Carolé e infine la violenza contro il 21 enne Daniele Carella che dopo giorni di agonia è stato dichiarato clinicamente morto questa mattina.

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