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A Cuneo una birreria farà entrare solo i vaccinati e gli immuni: “Un modo per ripartire”

Michele Trapani e suo figlio Giovanni, una vita intera dietro al bancone a gestire un pub con musica dal vivo, lo spiegano con molta calma e seguendo un filo logico che è frutto di tante notti insonni passate a cercare una soluzione, un modo per tornare al più presto alla normalità. Vietare l’ingresso a chi non si è vaccinato è un modo che, quando sarà possibile, ci consentirà di tornare alla normalità. Sui social però piovono minacce di morte “Vi bruceremo come gli ebrei”.
A cura di Gianluca Orrù
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Michele ha cinquant'anni e i capelli lunghi e grigi raccolti in una crocchia sulla testa. Anche la sua lunga barca e bianca. Il rock non ha età e lui sembra essere davvero rock, nel senso di provocatorio e trasgressivo. Provocatorio lo è di sicuro, perchè la sua idea, lanciata sui social e rimbalzata in tutta Italia, sembra versare del sale sulla ferita aperta della questione vaccino sì – vaccino no.

In Italia il vaccino anti-Covid per ora è esclusiva del personale sanitario e degli ospiti delle RSA. A breve sarà la volta degli ultra ottantenni. Siamo vicini al primo milione di vaccinati e presto saranno milioni coloro i quali avranno ricevuto il siero anticovid. E' questo quello cui ha pensato Michele, spalleggiato dal figlio ventenne Giovanni che lavora con lui.

A differenza di altri locali che possono continuare a lavorare con il delivery, loro non nascono come un ristorante, ma come una birreria che fa musica e serate dj dal vivo, insomma l'identikit del locale che non può restare aperto durante la pandemia, un tipo di locale che fa del contatto tra le persone la ragione stessa della propria esistenza.

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Si chiama La Birrovia e si trova a Cuneo, nella vecchia e dismessa stazione Gesso, e da quando le serate sono off limits causa Covid apre al mattino, per pranzo, e vende sigarette. Poco, troppo poco per pensare di sopravvivere. Così Michele, durante quelle che mi ha confessato essere state le molte notti insonni che ha passato a pensare a una soluzione, ha immaginato che un locale di vaccinati e di immuni fosse la soluzione migliore ed inevitabile per garantire aperture durevoli e sicure per i propri clienti.

"Non ho niente contro chi non vuole vaccinarsi – mi racconta – ma se siamo bloccati a causa di un virus e c'è un vaccino contro il virus, prenderlo è una questione di responsabilità, quindi noi chiediamo all'autorità preposta un modo per distinguere le persone che hanno il vaccino o che sono immuni"

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L'idea ha fatto il giro del web e questa notorietà improvvisa ha attirato anche delle minacce di morte. Michele mi mostra la sezione messaggi della sua pagina facebook. Il suo cellulare è rovente, centinaia di messaggi nella casella della posta in arrivo e molti hanno un tono che definire minaccioso è riduttivo: "Verremo a prenderti, ti daremo fuoco al locale" scrive qualcuno, "vi bruceremo come gli ebrei" scrive un altro.

Michele e suo figlio però sono convinti di essere dalla parte della ragione e che presto saranno in molti a pensarla come loro. "Sì – mi dice Giovanni Trapani – quando sarà possibile farlo noi saremo i primi a far entrare solo vaccinati e immuni".

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