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A Bologna l’unico laboratorio in Italia che testa le mascherine chirurgiche

A realizzarlo in tempi record (tre giorni) un team di professionisti dell’Università di Bologna e del Policlinico Sant’Orsola. A guidare il gruppo composto da ingegneri, chimici, biotecnologi e microbiologi ci sono sono Francesco Violante, direttore della medicina del lavoro, e Cristiana Boi, docente di ingegneria chimica. “Ogni mascherina richiede otto test diversi e riceviamo mediamente dieci ordini al giorno”.
A cura di Beppe Facchini
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Sono bastati appena tre giorni per allestire, a Bologna, l'unico laboratorio in Italia dov'è possibile testare mascherine chirurgiche secondo gli standard previsti dall'Unione Europea. A riuscire nell'impresa è stato un team di esperti guidati dal professor Francesco Violante e Cristiana Boi, rispettivamente direttore della medicina del lavoro al Policlinico Sant'Orsola e docente di ingegneria chimica all'ateneo bolognese. Mettendo insieme componenti prese in prestito dai vari dipartimenti dell'Alma Mater, oltre ad alcuni pezzi realizzati autonomamente in 3D oppure messi a disposizione da altre università italiane e da aziende del territorio, in una sala operatoria inutilizzata in seguito alla riorganizzazione della struttura, a causa dell'emergenza Covid-19, è stata così preparato un laboratorio dove da circa un mese si lavora senza sosta per soddisfare le numerose richieste che giungono quotidianamente dall'Italia e non solo. “Si tratta prevalentemente di aziende che volevano iniziare la produzione di mascherine -spiega Violante-. Ogni giorno riceviamo circa dieci ordini”.

“I test effettuati sono quattro -prosegue il medico bolognese- e due sono di carattere fisico: un test della pressione, che misura la difficoltà che la mascherina produce alla respirazione, e un altro sulla resistenza agli schizzi di sangue sintetico realizzato. Questi due test sono ospitati al DICAM, il dipartimento di ingegneria chimica, mentre gli altri due, compreso quello più importante che riguarda la filtrazione batterica, sono effettuati qui, in quanto necessitano di ambienti semisterili”. Unendo le forze fra mondo accademico e quello specializzato del policlinico, è nato così un laboratorio unico nel suo genere lungo tutto il Paese, nel quale attualmente “l'attività è in pieno svolgimento”.

“Abbiamo un campione arrivato dall'Inghilterra – spiega ancora Violante – e richieste da Francia, Germania, Corea. Il test più lungo da standard impiega otto giorni e per ogni tipo di mascherina ne devono essere testate cinque, più tre campioni: alla fine, quindi, ogni mascherina richiede otto test diversi -continua-. Per testare dieci lotti di mascherine facciamo dunque in realtà ottanta volte il test nell'arco di una giornata”. E dopo l'emergenza attuale? Il laboratorio bolognese continuerà ad essere attivo? “Mi auguro di sì -conclude Violante- perchè una volta terminata l'emergenza mi auguro che il nostro Paese abbia capito quanto sia importante essere preparati. Lo fossimo stati anche adesso, avremmo avuto una situazione migliore”.

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