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Alaa, ciclista professionista, perde una gamba: “Colpito dall’esercito israeliano, il mio sogno è finito”

Alaa, un ciclista di 21 anni, aveva un sogno: sventolare la bandiera palestinese ai Giochi asiatici di Giacarta. La sua speranza, però, si è infranta il 30 marzo quando un proiettile sparato da un cecchino israeliano l’ha colpito durante le manifestazioni a Gaza. I medici, dopo il rifiuto di Israele di permettere l’evacuazione del giovane atleta dalla Striscia, hanno dovuto amputargli la gamba destra.
A cura di Mirko Bellis
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Alaa Al-Daly con i suoi trofei vinti nelle gare ciclistiche (Gettyimages)
Alaa Al-Daly con i suoi trofei vinti nelle gare ciclistiche (Gettyimages)

“Il mio sogno di sventolare la bandiera palestinese a Giacarta è finito”. Sono parole piene di rammarico quelle di Alaa Al-Daly, un ciclista palestinese di 21 anni. Si allenava fino a sei ore al giorno per poter partecipare ai Giochi asiatici che si terranno in Indonesia il prossimo agosto. Ma i suoi sogni si sono infranti il 30 marzo scorso durante le manifestazioni al confine che separa la Striscia di Gaza da Israele. Quel giorno, Alaa aveva preso la sua bicicletta e, assieme a tre amici, aveva deciso di unirsi alle migliaia di palestinesi nella “Grande Marcia per il ritorno”, la mobilitazione organizzata per chiedere il diritto al ritorno nelle loro case dei profughi fuggiti o espulsi dopo la nascita di Israele nel 1948.

“Ci sono andato solo perché era una manifestazione pacifica, non mi aspettavo di rimanere ferito”, ha affermato il giovane. “Ero a 150-200 metri dalla rete metallica – continua – e non ero coinvolto in alcuna provocazione verso i soldati israeliani”. Improvvisamente un proiettile sparato da un cecchino l’ha colpito alla gamba destra. Dopo il ricovero in ospedale, i medici avevano consigliato il suo trasferimento in Cisgiordania o in Israele per ricevere cure migliori, ma i funzionari israeliani hanno rifiutato le richieste della famiglia del giovane atleta negandogli il permesso di abbandonare la Striscia di Gaza. E così i dottori non hanno avuto altra scelta che amputargli la gamba.

Alaa non è stato l’unico manifestante a perdere un arto: altre diciassette persone – secondo il ministero della salute palestinese a Gaza – hanno subìto amputazioni a causa del fuoco dei cecchini israeliani. L'esercito israeliano ha stabilito che, a parte “casi umanitari eccezionali”, le cure mediche non sarebbero state fornite ai palestinesi che partecipano alle proteste lungo il confine. “È stato deciso che qualsiasi richiesta di trattamento medico da parte di un terrorista o da chi ha preso parte nelle sommosse sarebbe stata negata”, hanno affermato in un comunicato i militari d’Israele.

Sono quasi due milioni gli abitanti di Gaza che vivono in completo isolamento da oltre un decennio. Nel 2017, quando Hamas prese il potere nella Striscia, Israele decise il blocco terrestre, aereo e marittimo e gli unici contatti esterni avvengono attraverso i tunnel scavati a Rafah, al confine con l’Egitto. Per l’esercito di Tel Aviv, però, questi passaggi sotterranei sono utilizzati anche per rifornire di armi i militanti dell’organizzazione palestinese e per questo sono l’obiettivo di costanti bombardamenti da parte dei caccia israeliani.

La mobilitazione nella Striscia, prevista per ogni venerdì, durerà fino al 15 maggio, data simbolica che segna l’anniversario della fondazione di Israele, ma che per i palestinesi coincide con la Nakba, la “catastrofe”, perché molti nel 1948 furono costretti ad abbandonare per sempre le loro case. Israele ha organizzato un massiccio dispiegamento di forze di sicurezza al confine con la Striscia e ha dispiegato i tiratori scelti. Il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, ha minacciato chi tenterà di oltrepassare o danneggerà la rete metallica di separazione: “Tutti coloro che si avvicineranno alla barriera si metteranno in pericolo. Vi suggerisco di continuare la vostra vita quotidiana e di non partecipare alle provocazioni”. Dal 30 marzo, giorno di inizio delle proteste e scelto per ricordare l'esproprio nel 1976 da parte del governo israeliano di terre di proprietà araba in Galilea, si contano già 34 morti e quasi un migliaio di feriti tra i palestinesi.

In previsione del quarto venerdì di proteste in programma per oggi, velivoli israeliani hanno lanciato questa mattina su Gaza volantini in arabo chiedendo alla popolazione di “evitare di avvicinarsi alla barriera difensiva”. "Vi consigliamo caldamente – è scritto – di non partecipare ad atti di violenza contro le forze israeliane e di tenervi lontano dai terroristi. Hamas vi usa come strumento per i suoi interessi. I nostri soldati faranno tutto il necessario per bloccare attacchi o assalti”.

Nonostante gli avvertimenti, tutto fa prevedere che anche oggi saranno migliaia i palestinesi che parteciperanno alle manifestazioni. Dopo la preghiera, gli autobus trasporteranno i fedeli dalle moschee fino al confine per commemorare la “Giornata di collera in onore dei martiri e dei prigionieri”. E nelle strade di Gaza, gli attivisti stanno già raccogliendo pneumatici di grandi dimensioni per incendiarli vicino alla rete metallica che separa la Striscia. Un altro venerdì dove al termine della giornata probabilmente si conteranno altri morti e feriti tra i palestinesi.

Alaa è convalescente nella sua casa a Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Mentre cerca di imparare a camminare con le stampelle, per consolarsi mostra i trofei e le medaglie vinti in passato nell'attesa, un giorno, di ricevere una protesi e realizzare così il suo sogno di partecipare ad una gara sventolando la bandiera della Palestina.

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